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    Lo Yad Vashem ha denunciato la vendita online di cimeli nazisti

    Lo Yad Vashem e associazioni coinvolte nel mantenere la memoria della Shoah hanno denunciato la vendita pianificata di circa 20 oggetti nazisti che saranno messi all’asta da Pentagon Auctions.

     

    Secondo quanto riportato dal giornale israeliano Israel Hayom, la prossima settimana circa 20 cimeli nazisti verranno venduti, tra questi: dei pugnali, un elmo da ufficiale delle SS, un simbolo nazista che la Pentagon Auctions dice essere stato avvitato sulle auto di alti funzionari nazisti, una bandiera lunga cinque metri che era appeso agli edifici ufficiali nazisti e alle etichette indossate dai lavoratori schiavi nello stabilimento automobilistico Daimler-Benz.

     

    Yossi Pollack, il direttore dell’organizzazione commemorativa Dorot Hahemshech, ha affermato di aver ricevuto parecchie lamentele dai sopravvissuti che sono furiosi per gli articoli venduti online, e promette di fare guerra alla società per bloccare l’asta.

     

    Anche il presidente dello Yad Vashem, Dani Dayan, ha denunciato la vendita, esortando il proprietario a donare i cimeli al Museo, perché “il posto giusto per gli oggetti storici del periodo della Shoah è nella nostra collezione”. Il fenomeno della vendita online di cimeli della Seconda Guerra Mondiale secondo Dayan deve essere frenato. “Ci opponiamo sia a causa del difetto morale nel commercio di tali oggetti, sia perché incoraggia e crea un mercato per i falsi e il commercio di oggetti nazisti, che è cresciuto negli ultimi anni sia nelle case d’aste che nei siti di commercio online” sostiene il Presidente dello Yad Vashem.

     

    Il capo della Pentagon Auctions Eyal Benita ha respinto al mittente le accuse mosse contro la sua casa d’aste, sostenendo di promuovere la vendita della prossima settimana per aiutare una persona che si trova in difficoltà economiche. “Il venditore in questione è un uomo che ha acquisito gli oggetti in modo che i neonazisti non li comprino e ora hanno bisogno di soldi” ha spiegato.

     

    Ma a quanto pare la messa all’asta di oggetti del periodo della Shoah è un fenomeno tutt’altro che sporadico per questa società, infatti già un mese fa aveva promosso la vendita di un film su tela originale di un impiegato nelle camere a gas del campo di concentramento di Dachau e una cartolina di un deportato con un francobollo nazista sulla faccia. E in questa faccenda era intervenuto anche il rabbino Menachem Margolin, presidente dell’European Jewish Association (EJA) in un appello al ministro della Giustizia e al presidente di Yad Vashem.

     

    “Lo Stato di Israele deve emanare una legge contro l’asta di oggetti nazisti”, ha dichiarato Margolin, affermando inoltre che l’EJA stava redigendo un’ingiunzione contro la Pentagon Auctions, che “fa soldi in sfacciato disprezzo della memoria della Shoah e della memoria di coloro che sono morti, senza considerare i sentimenti dei sopravvissuti.”

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