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    Messaggi di speranza dei sopravvissuti alla Shoah arrivano al Muro del Pianto

    Decine di appunti di sopravvissuti alla Shoah, che vivono attualmente negli Stati Uniti, sono stati depositati questa settimana presso il Muro Occidentale di Gerusalemme, noto anche come Muro del Pianto, attraverso un’iniziativa del World Zionist Organization.

     

    Una cerimonia speciale si è tenuta, nel cuore della città di Gerusalemme, nel corso della settimana. Alcuni dei sopravvissuti hanno avuto modo di seguire l’evento da casa tramite la piattaforma di Zoom. All’evento hanno preso parte: Tova Dorfman, vicepresidente e capo del Dipartimento per Israele e la Commemorazione della Shoah della WZO, e Moran Alfasi: fondatrice e direttore esecutivo di Holocaust Heroes Worldwide.

     

    I biglietti con scritti i pensieri degli ex deportati, sono state raccolti nel corso dell’ultimo anno e mezzo dai sopravvissuti che vivono perlopiù in Florida. La maggior parte di questi, non ha mai visitato Israele e molti non si sono più recati nello Stato ebraico da quasi due anni, a causa della pandemia di Covid-19.

     

    Secondo quanto detto dai sopravvissuti, lasciare un biglietto nel muro del Muro del Pianto, è stato un “sogno che si avvera”.

     

    “Spero che il ricordo di quello che la Shoah è stata prevarrà per molto tempo dopo che ce ne saremo andati”, ha scritto un sopravvissuto nella sua nota. “Possa esserci pace e pace nel mondo per il popolo ebraico, e possano le generazioni future tenere gli occhi aperti su ciò che sta accadendo per assicurarsi che una cosa del genere non accada mai a nessun’altra persona o popolo”.

     

    Un altro sopravvissuto ha scritto: “Grazie, D., per avermi aiutato a uscire vivo dall’inferno per vedere la nascita del nostro paese: Israele”.

     

    Dopo la cerimonia, Dorfman ha detto: “È un privilegio aiutare i sopravvissuti alla Shoah nella diaspora a posizionare note e desideri all’interno del Muro del Pianto, e condividere questa esperienza con loro – Il prossimo anno segneranno gli 80 anni dalla “soluzione finale” attuata dai nazisti per annientare il popolo ebraico. Tuttavia, finché gli ultimi sopravvissuti a tra noi avranno la possibilità di pregare, da vicino o da lontano, a Gerusalemme, capitale dello stato ebraico, sarà un grande messaggio di vittoria.”

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