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    Paralimpiadi di Tokyo: L’israeliano Iyad Shalabi è oro nei 100 metri dorso

    La delegazione israeliana alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 si è aggiudicata il suo primo oro con il trentaquattrenne nuotatore Iyad Shalabi, che per primo ha tagliato il traguardo dei 100 metri stile dorso con un tempo di 2’ 28,04’’.

    L’argento è andato all’ucraino Anton Kol ed il bronzo all’italiano Francesco Bettella. Una medaglia importante e significativa, perché Shalabi è il primo arabo israeliano a raggiungere questo obiettivo. “Sono molto emozionato e felice che abbia vinto la medaglia d’oro – ha dichiarato il suo allenatore, Yaakov Binenson, commosso per la vittoria – Questa è la sua quarta Olimpiade. Ha sempre chiuso al quarto posto, ma ha continuato ad andare avanti”.

    Cresciuto a Shfar’am, una città araba nel nord di Israele, e proveniente da una famiglia musulmana, Iyad ha dovuto affrontare sin da bambino sfide ben più difficili della lunga vasca blu. Sordomuto dalla nascita e tetraplegico dall’età di tredici anni a causa di un’incidente, ha dovuto precocemente reagire alla vita superando limiti e sfide continue, che non l’hanno mai fermato. Nonostante il podio mancato a Pechino 2008 e Londra 2012, Shalabi è stato già medaglia di bronzo ai Campionati Europei di Dublino nella finale dei 150 metri misti e, lo scorso maggio, oro ai Campionati Europei in Portogallo. “Il mio cuore batteva forte. Quando ha superato il suo concorrente – ha raccontato il padre di Yad, Yusuf, che ha accompagnato il figlio a Tokyo – Ho pianto. Sei anni di costante allenamento. È come un sogno”.

    Gli auguri sono giunti anche dal mondo della politica, a partire dal Presidente Isaac Herzog che in un tweet ha scritto:” Sei un campione!  Un simbolo di potere. Orgoglioso di te per la medaglia d’oro. Molto bene!”.  “È un risultato straordinario! – ha riferito il ministro della Cultura e dello Sport, Yehiel Moshe Tropper – Ci ha riempito tutti di grande orgoglio”. È la medaglia numero 375° di sempre per Israele, e la 167° nel nuoto. Anche in questa edizione, i trentatré atleti israeliani tenteranno la nuova scalata nelle undici discipline. Non resta che augurare loro “Beazlachà!”, una “buona riuscita”.

     

     

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