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    Un nuovo studio israeliano rileva: le donne over 50 che russano possono rischiare l’apnea notturna

    Un nuovo studio dell’Università di Tel Aviv ha rilevato che le donne di età pari o superiore a 55 anni che russano sono maggiormente a rischio di apnea notturna, che può essere un fenomeno estremamente preoccupante. I ricercatori avvertono che, nella maggior parte dei casi, poiché il fenomeno si verifica durante il sonno, le donne che soffrono di disturbi respiratori notturni non sono nemmeno consapevoli del problema.

     

    L’apnea notturna può essere pericolosa per la vita e può anche contribuire ad una serie di problemi di salute come ipertensione, infarto e ictus. Poiché il fenomeno si verifica durante il sonno, però, molti non si rendono conto di soffrirne. La sottostima e la mancanza di diagnosi sono particolarmente evidenti tra le donne. Risultati dello studio indicano che circa il 15% delle donne anziane è a rischio significativo di sviluppare apnea notturna.

     

    Lo studio è stato condotto dalla Dott.ssa Alona Emodi-Perlman, dalla Prof.ssa Ilana Eli, dalla Dott.ssa Jawan Sleiman e dalla Dott.ssa Pessia Friedman-Rubin del Dipartimento di Riabilitazione Orale della Maurice and Gabriela Goldschleger School of Dental Medicine dell’Università di Tel Aviv. La ricerca è stata successivamente pubblicata sul Journal of Clinical Medicine.

     

    Nello studio, che ha incluso una ricerca a campione su centinaia di donne, i ricercatori hanno esaminato due gruppi di donne israeliane: donne relativamente giovani, di età compresa tra 20 e 40 anni (cioè premenopausa) e donne di età pari o superiore a 55 anni, post-menopausa. Si è dunque scoperto che circa il 15% delle donne anziane è a rischio significativo di apnea notturna, rispetto a solo il 3,5% circa delle donne più giovani. Inoltre, è stato rilevato che l’11% delle donne che russano (una donna su 10) sono a maggior rischio di apnea notturna, rispetto a solo l’1% delle donne che non russano.

     

    La Prof. Eli spiega che i disturbi respiratori del sonno spaziano in un ampio spettro – dal russare lieve al disturbo più grave e pericoloso – l’apnea notturna, che provoca una diminuzione della concentrazione di ossigeno nel sangue e può essere pericolosa per la vita. Inoltre, se il fenomeno non viene diagnosticato e trattato in tempo, può contribuire allo sviluppo di una varietà di malattie sistemiche, come ipertensione, malattie cardiovascolari e ictus.

     

    Secondo la Prof.Eli, la difficoltà nel diagnosticarla è principalmente dovuta alla mancanza di consapevolezza e alla sotto-segnalazione: ovvero, che spesso le donne che soffrono del problema ne sono inconsapevoli perché si manifesta durante il sonno. È probabile che riferiscano ai loro medici sintomi come: affaticamento, mal di testa, indolenzimento dei muscoli masticatori al risveglio o problemi legati all’insonnia.  È dunque importante che il medico di cura stabilisca il collegamento, ponga le domande giuste e cerchi anche un’ulteriore diagnosi in caso di sospetta apnea notturna.

     

     “La mancanza di una diagnosi precoce è particolarmente evidente in uno dei gruppi demografici presi in esame: le donne di età superiore ai 50 anni, che soffrono di un aumento dell’incidenza di disturbi respiratori del sonno dovuti ai cambiamenti ormonali che si verificano durante la menopausa” ha detto la Prof Eli. Durante lo studio, ai partecipanti sono stati sottoposti questionari dedicati, che includevano domande quali: “Come ti senti quando ti alzi la mattina?” -” Stanchezza, mal di testa, tensione/rigidità dei muscoli del viso, del collo e della mascella?” – Digrigni i denti di notte? Ti svegli di notte? Ti senti stanco o assonnato durante il giorno? E, la domanda più importante: russi la notte? I dati sono stati ponderati con indicatori fisici –come circonferenza del collo, noto per ingrossarsi con la vecchiaia, nonché dati demografici – lavoro, numero di figli, stato civile, ecc. I risultati hanno permesso di definire tre categorie di rischio per le apnee notturne: donne ad alto, medio e basso rischio.

     

    “Abbiamo riscontrato una disparità significativa tra i due gruppi: le giovani donne rispetto alle donne relativamente più anziane. Tra le giovani donne, l’1,8% era ad alto rischio e l’1,8% a rischio moderato di sviluppare apnea notturna, mentre il tasso è balzato al 5,2% ad alto rischio e al 9,5% a rischio moderato nelle donne in età avanzata, ovvero circa il 15% delle donne anziane rientrava in categorie di rischio significative” ha spiegato la Professoressa. “Sulla scia di questi risultati, i ricercatori invitano i medici, soprattutto coloro che si concentrano sull’area orofacciale – di “Prendere nota dei sintomi che possono indicare un rischio di apnea notturna”.

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