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    A Guardistallo ‘’Italia Israele Livorno” celebra l’adesione della regione Toscana alla definizione dell’IHRA

    Se qualcuno si illudeva che la memoria della Shoà bastasse a eliminare una volta per tutte l’antisemitismo dall’Europa, questa speranza è stata purtroppo largamente smentita. E’ dunque necessario un lavoro continuo di educazione morale, storica, ma soprattutto politica sul tema. Per questo è importante l’esistenza di una definizione ufficiale come quella dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA), che è stata adottata da una trentina di stati e da molte organizzazioni internazionali. Perché essa svolga il suo scopo, è necessario che sia fatta propria a livello politico locale, stimolando un impegno a combattere l’antisemitismo concretamente, nelle comunità dove si formano le opinioni comuni.

     

    E’ un impegno che è stato assunto nel nostro paese soprattutto dalle associazioni di amicizia con Israele, anche perché l’antisemitismo oggi assume soprattutto la forma dell’odio contro lo Stato Ebraico. L’ebraismo italiano non è pienamente consapevole di questo lavoro e della sua importanza, ma esso ha ottenuto risultati molto significativi: vi sono diverse regioni e molti comuni che hanno deliberato l’adozione della definizione IHRA.

     

    Il luogo in cui questo movimento ha avuto maggiore sviluppo è la Toscana, per merito soprattutto dell’Associazione Italia-Israele di Livorno e della sua attivissima presidente Celeste Vichi, che ha saputo mobilitare in questa battaglia parlamentari, consiglieri regionali e comunali, sindaci. A Guardistallo, nelle colline fra Pisa e Livorno, si è svolta una “Convention degli amministratori IHRA” per festeggiare l’adesione della regione Toscana e di molti comuni alla definizione. Partecipano il sindaco della città, Sandro Ceccarelli, i consiglieri regionali che hanno proposto la mozione sull’IHRA, Elisa Tozzi e Vittorio Fantozzi, tre deputati nazionali (Andrea Romano, Manfredi Potenti, Giovanni Donzelli) Carla Guastalla vicepresidente nazionale dell’Adei, Alex Zarfati presidente della consulta della Comunità ebraica di Roma, che con altre comunità ha accordato il suo patrocinio all’iniziativa, numerosi amministratori locali.

     

    Spiega Celeste Vichi: “Ci sono tre principi importanti nel nostro lavoro su questo tema: il primo è che la definizione IHRA per funzionare contro l’antisemitismo, dev’essere adottata dal basso, dalle comunità politiche locali, per far estendere l’adesione poi via via più in alto, a livello regionale, nazionale e internazionale.  E’ necessario un cambiamento nell’atteggiamento culturale verso Israele e che anche per questo abbiamo organizzato un corso per gli amministratori locali sulla storia di Israele. La seconda è che vogliamo che le adesioni siano trasversali, non limitate a uno schieramento politico: in Regione siamo molto fieri di aver ottenuto l’unanimità sulla mozione IHRA. La terza, che è forse la cosa più cruciale, è che non basta aderire alla pura e semplice definizione, che stabilisce una cosa abbastanza ovvia, cioè che l’antisemitismo è odio per gli ebrei. Bisogna accettare anche i principi successivi con cui l’IHRA ha concretizzato la sua definizione, come quello per cui è antisemita anche negare al popolo ebraico il diritto alla sua autodeterminazione nazionale, e cioè all’esistenza del suo stato; o lo è paragonare le politiche di autodifesa dello stato di Israele al nazismo, come oggi spesso fanno i nemici di Israele.”

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