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SPECIALE PESACH 5784

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    Haggadà di Pesach tra dialogo e psicoanalisi

    di Carlotta Livoli

    Mercoledì 17 marzo, alle ore 18:30, è stato presentato tramite una diretta Facebook sulle pagine del Centro di Cultura Ebraica di Roma, della Libreria Ebraica Kryiat Sefer, del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah e del Pitigliani il nuovo volume dell’haggadà realizzato da Dario Coen, Rav Roberto Della Rocca ed Alberto Sonnino. 

    Il format è innovativo, di grande impatto e facilmente comprensibile anche per i più piccoli grazie alle numerose illustrazioni a cura di Micol Nacamulli. 

    Infatti, si sviluppa come un dialogo tra i tre amici di vecchia data, il cui legame risale a quando, adolescenti, facevano parte del movimento giovanile Bnei Akiva.

    Le domande puntuali ed oculate di Dario Coen tracciano il percorso del racconto, cogliendo gli aspetti più interessanti, che vengono sviscerati con cura da i suoi due interlocutori. 

    La nuova Haggadà offre una diversa chiave di lettura del testo con commenti non tradizionali. Il volume, edito da Belforte, contiene una prefazione di Rav Di Segni incentrata sulla festa di Pesach come momento di riflessione, in cui è necessario porsi delle domande. 

    Ad aprire la diretta, i saluti della presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello e dell’Assessore alla Cultura del Pitigliani Anna Orvieto.

    Ruth Dureghello ha affermato: “è molto particolare questo testo, (…) soprattutto perché è di grande stimolo ed interesse per l’attualizzazione di una storia che si rinnova da millenni. Il senso della libertà della festa di Pesach è un’occasione per una riflessione più ampia arricchita da domande e risposte durante la cena del seder”.

    Anna Orvieto ha sottolineato come l’idea di una haggadà commentata da un rabbino ed uno psicoanalista sia davvero irresistibile. 

    Hanno partecipato alla presentazione della nuova haggadà anche Rav Amedeo Spagnoletto, il Prof. Gavriel Levi, Ermano Tedeschi e l’editore Carlo Guastalla.

    Amedeo Spagnoletto ha sottolineato come ci sia sempre spazio per nuove versioni dell’haggadà, nonostante ognuno sia affezionato al proprio volume.

    Gavriel Levi ha affermato “L’haggadà mi ha molto colpito, soprattutto per i nuovi disegni. Lo sforzo dei commentatori è uno sforzo diverso perché danno delle risposte nuove.”

    Ermanno tedeschi si è soffermato sul ruolo delle immagini, osservando come anche un bambino possa trovare in esse una via diretta ed immediata per avvicinarsi alla serata del seder. Nonostante le illustrazioni possano apparire a tratti quasi infantili, la loro semplicità racchiude un grande simbolismo e significato.

    Dario Coen, autore ed anima del progetto, ha raccontato di come abbia dovuto aspettare 40 anni per vedere realizzata la sua idea e di come lavorare a questo volume sia stato per lui come essere “psicoanalizzato gratuitamente”. 

    Ha spiegato, inoltre, come questa nuova haggadà abbia un duplice obiettivo: elogiare la shalom bait, soprattutto quella tra genitori e figli, e raccontare il viaggio verso la libertà del popolo ebraico. 

    Rav Roberto Della Rocca ha raccontato che “questa haggadà nasce da tre amici che facevano Pesach insieme nel movimento giovanile del Bnei Akivà, per cui è molto significativo che, grazie al forte impulso di Dario, ci siamo ritrovati 45 anni dopo attorno ad un testo ebraico molto importante che è stato il collettore comune di questo incontro.” 

    Alberto Sonnino ha raccontato dello scambio intercorso con gli altri due autori per oltre due anni scoprendo ogni volta delle cose nuove, accostando gradualmente approcci e linguaggi apparentemente distanti e differenti.

    Micol Nacamulli, penultima oratrice, ha spiegato: “il filo rosso che accompagna il mio lavoro è raccontare tutto attraverso i colori che sono pura energia, accompagnati da immagini fantasiose, oniriche.” L’illustratrice ha cercato di disegnare nella maniera più leggera e delicata possibile, proprio per rendere il volume accessibile a tutti. 

    Come ha concluso Rav Della rocca, “che possa questa haggadà portare luce nelle nostre case in questo momento così buio della nostra esistenza”. 

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