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    Il risarcimento di Chef Rubio donato alla Fondazione Museo della Shoah dall’assessore Ricca

    Come annunciato in occasione del Giorno della Memoria, l’assessore delle Politiche Giovanili della Regione Piemonte Fabrizio Ricca ha destinato alla Fondazione Museo della Shoah di Roma il risarcimento ottenuto per le offese ricevute su Twitter dallo Chef Rubio, al secolo Gabriele Rubini; questi, a settembre del 2020, commentando un articolo relativo a una iniziativa scolastica contro l’antisemitismo, aveva twittato che Ricca era “un patetico  burattino sionista” e “sorcio parassita”. Ricca lo ha subito querelato chiedendo anche i danni. Alla fine ha ottenuto una lettera di scuse dello chef ed un risarcimento di 1000 euro.

    Il Giorno della Memoria l’assessore ha annunciato di voler destinare l’intero risarcimento alla Fondazione Museo della Shoah. «È fondamentale far capire che questi risarcimenti, anche se minimi e simbolici, vengono donati per combattere il motivo per cui sono arrivati» ha spiegato l’assessore a Shalom.

    Questo  gesto simbolico lo ha portato direttamente a Roma. Accompagnato dal presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia e da Massimo Finzi, assessore alla Memoria della Comunità Ebraica di Roma, Ricca ha seguito la visita guidata ascoltando le spiegazioni del giovane volontario e studente di storia Bruno Sabatello, presso la Casina dei Vallati, sede della Fondazione. Qui l’assessore ha confermato la donazione e l’intenzione di voler collaborare in futuro con l’ente, tramite attività didattiche volte a combattere l’antisemitismo.

    In particolare, Ricca ha dedicato il risarcimento «soprattutto all’attività della Fondazione sui social, perché oggi i giovani vivono di social e dobbiamo spiegare attraverso il loro principale strumento di comunicazione la verità, affinché gli errori del Novecento non si ripetano più». I fondi verranno infatti stanziati per il progetto Social Book Club che prevede che la Fondazione regali dei libri ad alcune classi di studenti che, insieme ai professori e alla Fondazione, li leggeranno in modo critico per poi esprimersi attraverso TikTok e Instagram.

    Mario Venezia, presidente della Fondazione, considera il gesto dell’assessore piemontese «importante per noi» aggiungendo che spera che «questa veloce visita abbia dato ancora maggiore impulso a questa amicizia. Già ci sono nuove idee nate in questi minuti». Attraversando le sale del Museo l’Assessore ha guardato filmati con immagini agghiaccianti di arresti di civili, prigionieri dei campi di sterminio, cadaveri internati, soldati che colpiscono prigionieri. Ha ascoltato la storia della Risiera di San Saba dove i detenuti venivano uccisi con gas, colpi di mazza alla nuca o con la fucilazione.

    «Dal 2011 sono nelle istituzioni e dal 2011 combatto l’antisemitismo, ritengo sia una questione di civiltà» spiega fieramente l’assessore, che ha precisato a Shalom di essere «un grande supporter dell’azione della Senatrice Liliana Segre per portare avanti queste battaglie». Ricca definisce la sua battaglia «una missione perché Torino è una città che ha particolarmente bisogno di anticorpi». L’assessore è un grande sostenitore dell’importanza del progetto “Ambasciatori della Verità” indirizzato alla formazione dei giovani «gli adulti del futuro» e che dall’anno prossimo prevederà anche i viaggi ai campi di concentramento. Ricca si augura che i più piccoli, non solo romani, possano visitare il Museo prima di partire. «Siamo consapevoli che i sopravvissuti alla Shoah prima o poi non ci saranno, più ma siamo convinti che la memoria debba andare avanti affinché fatti di questo tipo non accadano più. Introducendo sani anticorpi ai giovani studenti di elementari, medie e superiori si può fare in modo che l’antisemitismo diventi solo un brutto ricordo».

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