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    "La mia amicizia con Renzo: gli anni della giovinezza e l’impegno in Kadima" – Il ricordo di Natan Orvieto

    Ad
    un anno dalla scomparsa di Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità
    Ebraiche Italiane dal 2006 al 2016, pubblichiamo un ricordo di Natan Orvieto:
    un racconto sull’amicizia, sulla fondazione del circolo Kadima, sull’impegno di
    Gattegna per il mondo ebraico sin dagli anni della giovinezza.

    La
    nostra amicizia con Renzo nasce agli albori degli anni sessanta; eravamo un
    gruppo di ragazzi che ebbe l’iniziativa di fondare un circolo giovanile ebraico
    con il nome Kadima e con sede privata in Via del Gesù.

    Ben
    presto Renzo ed io ne fummo dirigenti attivi: la partecipazione fu fin da
    subito molto ampia e vivace, gli obiettivi erano socio culturali. Anche i
    nostri fratelli ne facevano parte. Una volta a settimana Bruno Gattegna aveva
    ideato la serata “P” per “C” che sta per “parliamo per conoscerci”, che per
    quei tempi era un tema molto innovativo. Si stava insieme e si discuteva dei
    temi più diversi.

    Al
    Kadima si studiavano tematiche ebraiche con maestri e rabbanim come il Dott
    Augusto Segre z”l e talvolta anche con il rabbino capo Rav Toaff z”l.  Per
    le tematiche di cultura generale ricordo conferenze di docenti universitari di
    altissimo livello come Prof Bruno Zevi e Gianfranco Tedeschi.

    Il
    successo del Kadima fu tale che la sede originaria era ormai troppo limitata
    per contenere tutte le presenze. Renzo ed io fummo tenaci per evitare lo
    scioglimento del circolo giovanile e insistemmo per avere dalla comunità un
    valido locale in cui stabilirsi. Ottenemmo, non senza difficoltà, l’ampio
    locale all’ultimo piano della sede di Via Balbo.

    Il
    nuovo locale divenne fondamentale nel 1967, immediatamente dopo la Guerra dei
    sei giorni, quando arrivarono gli ebrei espulsi dalla Libia privi di qualsiasi
    risorsa di ogni genere, senza casa, lavoro e denaro. Il presidente della
    comunità Tedeschi telefonò sia a Renzo che a me per coinvolgerci nella
    responsabilità di accogliere nel miglior modo possibile le centinaia di giovani
    nuovi arrivati. Entrambi, in pieno accordo sull’intera visione del problema,
    organizzammo un nuovo direttivo composto di giovani ebrei romani e libici, tra
    cui anche David Zard z”l. La comunità ci diede l’autorizzazione, e grazie ai
    fondi derivanti da offerte volontarie, procedemmo alla ristrutturazione e
    all’arredo dei locali di Via Balbo. L’ambiente divenne così versatile ed
    accogliente. Ogni sera, eccetto il venerdì, vi si riunivano più di cento
    giovani tra romani e libici.

    Questo
    spazio fu fondamentale per l’integrazione dei nuovi ragazzi venuti da fuori,
    numerose erano le attività svolte (musica, conferenze, studio…) e numerose le
    nuove coppie che vi si formavano e poi si sposavano. I frutti di quei matrimoni
    sarebbero stati il futuro della nostra comunità.

     Il
    ‘67 fu un periodo particolarmente delicato; con la Guerra dei sei giorni ci fu
    una vera e propria mobilitazione sia sul piano operativo, che su quello politico.
    La sopravvivenza stessa dello Stato di Israele era fortemente a rischio.
    Collaborammo quindi insieme a Renzo alla raccolta sangue, medicinali e beni di
    prima necessità da far pervenire in Israele. Ci occupammo anche della
    sorveglianza di questi beni all’aeroporto di Ciampino fino al momento della
    loro spedizione, dato l’alto rischio di sabotaggi.

    Renzo
    aveva una grande capacità di ascolto e condivisione, spesso bastava un suo
    consiglio o una sua parola per trovare la soluzione ai problemi.

    Renzo
    ed io ci siamo sempre sentiti fraterni amici.

    Nella foto: inaugurazione del Kadima. Al centro il Presidente della Comunità Fernando
    Piperno, alla sua sinistra Isacco Baranes, Luciano Del Monte e Aldo Terracina;
    alla sua destra Alessandra Zarfati, Natan Orvieto, Isacco Meghnagi, Leo
    Terracina e Renzo Gattegna.

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