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    Pedalando inseguendo la Memoria. La storia di Giovanni Bloisi

    Qualunque iniziativa è apprezzata e di grande valore, se si vuole tramandare il messaggio della Memoria. Lo sa bene Giovanni Bloisi, che da decenni pedala all’interno della storia del Novecento visitando i Luoghi della Shoah e delle guerre di tutta Europa, per portare la sua testimonianza di pace. Viaggia di solito da solo, armato soltanto di bicicletta, tenda, sacco a pelo, fornello e bandiera della pace.

    Questa volta il suo viaggio è partito da Padova e terminerà a Monopoli, per ripercorrere la strada fatta da Enrico Levi, suo cugino Alberto Rietti, suo cognato Paolo Nissim, Claudio Segré, Salvatore Romano e Vittorio Sacerdoti, i quali, partendo dalla città veneta, oltrepassarono il confine nazifascista per andare a combattere con gli alleati, terminando il loro percorso proprio in Puglia. Successivamente, fu proprio Levi a organizzare la storica immigrazione clandestina in Terra d’Israele nel 1945, l’Aliyah Bet.

    In occasione dei 101 anni dalla nascita di Levi e del 50° anniversario dalla morte di Rav Paolo Nissim, Bloisi ha fatto tappa a Roma ed è stato accolto con una cerimonia organizzata dalla Fondazione ‘’Museo della Shoah’’ di fronte a Casina dei Vallati.

    ‘’Questo ciclista è una figura che porta con sé molteplici storie, una delle quali ci riguarda particolarmente – dice Mario Venezia, Presidente della Fondazione – Abbiamo organizzato poco fa la mostra su Aliyah Bet e ci fa molto piacere chiudere in questo modo il cerchio.’’

    Presenti le più alte cariche dell’ebraismo italiano: la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e la Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello. Di Segni, in particolare, in pochissimo tempo si è occupata dell’organizzazione dell’evento contattando Mario Venezia tempestivamente su segnalazione di Daniele Nissim, fratello di Rav Paolo. In virtù del contributo dato dal Capitano Levi per la fondazione dello Stato D’Israele presente anche la Portavoce dell’Ambasciata dello Stato ebraico, Michal Guy Arié.

    Dopo i discorsi istituzionali, le commosse parole di Bloisi, incredulo per l’accoglienza che gli è stata riservata.

    ‘’Mi confesso molto emozionato. Io ho iniziato a pedalare per me stesso, sono dodici anni che viaggio nei luoghi della Memoria. Non pensavo che questo sarebbe poi diventato così importante. La bici mi ha raccontato queste strade di Storia. Pensavo che vedere questi luoghi mi avrebbe dato una risposta sul perché tutto questo è stato, ma questa risposta non c’è.’’

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