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    Shoah. L’arte al servizio della Memoria

    Giovedì 28 febbraio presso la Casina dei Vallati, alla Fondazione Museo della Shoah, si è tenuta l’inaugurazione della mostra “Le tracce del treno della vita” dell’artista Adi Kichelmacher, curata da Ermanno Tedeschi. La mostra che sarà visitabile dal 1° marzo fino al 7 aprile, ripercorre attraverso le opere esposte la storia della famiglia dell’artista durante il periodo della Shoah. Dopo un lungo lavoro di ricerca iniziato un anno prima, quando i nonni dell’artista erano ancora in vita, Adi Kichelmacher ha raccontato attraverso l’arte la loro storia.

    A presentare le opere dell’artista, il suo curatore, Ermanno Tedeschi, che ha spiegato: “dietro il suo lavoro c’era una sensibilità molto particolare e molto straordinaria, che andava al di là di quello che voleva rappresentare attraverso le sue tele”. Continuando il suo discorso Tedeschi ha fatto notare l’uso delle cuciture, elemento caratteristico e caratterizzante delle sue opere, come a cercare di “ricucire le ferite della storia, quelle subite dalla sua famiglia e dal popolo ebraico. Per il curatore, questa mostra è molto importante perché crede che “l’arte possa trasmettere la memoria e dei messaggi che nel corso del tempo molto probabilmente si perderanno”, un lavoro quindi fondamentale “per passare il testimone”.

    Lo stesso crede Adi Kichelmacher, che parlando con noi di Shalom ha detto: “l’arte può cambiare il punto di vista della gente”, attraverso essa è possibile “raccontare in maniera diversa, e fare in modo che possa toccare molte più persone”.  L’arte ha concluso è “fondamentale per l’educazione”.

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