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    Su paragone tra Green Pass e stella gialla “pesantissime le responsabilità di certa politica” – Intervista a David Parenzo

    Il paragone tra green pass e stella gialla, tra vaccini e Shoah, sta girando in rete e anche sulle piazze dei manifestanti no vax. Dal mondo della politica e quello del giornalismo si sono levate le voci di condanna verso questa ignobile pratica. Tra le voci, anche quella di David Parenzo, che ha intervistato a “In onda” il sopravvissuto alla Shoah Sami Modiano. Shalom ha sentito il giornalista per sapere cosa ne pensa e cosa può fare il mondo dell’informazione per aiutare a mettere fine a queste forme pericolose di distorsione della storia e dei fatti.

     

    L’intervista a Sami Modiano ha rappresentato una risposta a chi negli ultimi giorni ha paragonato il green pass alla stella gialla. Secondo lei siamo sempre più immersi la dittatura della stupidità?

     

    È una bella definizione. Lo stupido potenzialmente è pericoloso. Socrate diceva: “So di non sapere”, ed è un grande punto di partenza. Se uno non conosce cerca di informarsi, di cercare le fonti giuste. Lo stupido è quello che non si informa, che ha le sue convinzioni raggelanti. Siamo nell’epoca della rete e della condivisione della stupidità e questo tipo di dittatura è anche la più difficile da combattere. Mark Twain diceva “Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe” per dire che le bugie corrono e bisogna smascherarle via via. Per me il mestiere di giornalista è provare a raccontare cercando le fonti autorevoli. Ho pensato a chi potesse essere l’unico che poteva mettere uno stop, anche andando sull’emotività, toccando alcune corde profonde. Sami Modiano è un testimone appassionato. Quando ha mostrato il suo dolore tatuato sul braccio è bastato a trasmettere la bestialità che con il paragone tra green pass e stella gialla viene proposto. Quella immagine vale più di mille articoli di giornale, di intellettuali, di scrittori o politici. Quell’immagine è stato un contributo a combattere l’idiozia che circola. La cosa che mi colpisce di Sami è che ogni volta che racconta la sua storia si commuove ed è chiaro che gli provoca un dolore ma lo fa perché consapevole che quella testimonianza incide. Ho avuto il privilegio di dargli il microfono e quella sua testimonianza ha un valore universale.

     

    Trova che certa politica sia ancora troppo ambigua su questo argomento?

     

    Per dirla tutta ci sono delle pericolose strizzatine d’occhio a questi ambienti. Quando si parla di complotto globale, di dittatura orwelliana, per parlare di tutela della salute c’è qualcosa che torna. La dittatura questo paese l’ha conosciuta, sa cosa sono le leggi razziali. È proprio l’uso improprio delle parole che inquina il dibattito pubblico e c’è una pesantissima responsabilità della politica. In Germania i reati d’odio sono puniti con molta più durezza rispetto all’Italia e la nostra Legge Mancino è la meno applicata. 

     

    Il dibattito sulla vaccinazione si fa sempre più aspro. Crede che siamo diventati un popolo di persone incattivite? 

     

    Viviamo in una fase molto difficile, persone che hanno perso il lavoro con la pandemia, altre che sono rimaste ai margini. C’è una società più incattivita perché è un periodo molto complicato per tanti nostri concittadini e poi c’è la paura di come sarà il futuro.

     

    Cosa ancora non è stato raccontato dello scenario attuale? 

     

    Una cosa da fare è immergersi ed entra in tutti questi movimenti tipo NoVax e raccontare questa parte d’Italia che ribolle, che non si fida della scienza, dell’informazione, degli esperti, della politica. C’è una parte del nostro paese da raccontare per capire come si è creato questo fenomeno di sfiducia totale verso tutto. Noi ebrei da questo punto di vista siamo fortunati perché per noi è fondamentale “avere un maestro”. Il maestro è colui che ti guida nello studio della Torà, tu puoi dare la tua interpretazione ma poi c’è sempre qualcuno che ti aiuta a capirla. La discussione talmudica potrebbe insegnare molto ed insegna anche il pensiero laterale. In un periodo come questo dove c’è un mainstream antiscientifico il pensiero laterale aiuta moltissimo ed aiuterebbe anche la politica.

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