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    Torna in presenza Altaroma con oltre cento designer. Libero spazio ai giovani talenti romani

    Nella cornice mozzafiato di Cinecittà Studios è iniziata Altaroma: la fiera di moda della Capitale. Tante esposizioni e iniziative tra cui Showcase: progetto punta di Altaroma, che da ben nove edizioni consente ai nuovi volti della moda italiana di poter entrare in contatto con il mondo della stampa internazionale, dei buyer e delle personalità di tutto il mondo. Un appuntamento ambizioso che conta circa 79 brand, divisi in tre giorni tra presenza e digitale. Uno spazio aperto all’esposizione dei giovani talenti emergenti del mondo della moda completamente Made in Italy.  Tra questi anche l’incantevole mostra Startup Fashion Academy, un’esposizione realizzata grazie ai progetti degli studenti partecipanti all’omonima accademia di moda promossa da Lazio Innova in collaborazione con Altaroma. Shalom è andato all’apertura per raccontare la prima giornata.

     

     Una prima giornata intensa, un viaggio attraverso la seta, lo chiffon, le perle e i tessuti green. 23 stand ricchi di creazioni artigianali: dalle calzature ai gioielli, fino ad arrivare all’abbigliamento e al beachwear. “Ero in vacanza a Tel Aviv, in Israele, e sono finita casualmente in un’area della città dove vendevano accessori e passamaneria. Avevo un paio di sandali che ho deciso dunque di abbellire con la passamaneria trovata in quei piccoli shop, cucendo il tutto a interamente a mano – spiega a Shalom Elisa Castellari Owner del brand My Chalom- Circa una settimana dopo ad un matrimonio tutti mi fermavano per chiedermi informazioni sulle mie scarpe. E per gioco ho aperto una pagina Instagram, chiamandolo “My Chalom” – il mio sogno, scegliendo dunque di dare un tributo al paese che mi ha ispirato per questo brand” aggiunge Elisa. “Questa è l’idea, quella di invitare tutte le donne a compiere il primo passo nella realizzazione dei loro sogni. Indossando le nostre calzature. La nostra mission è proprio quella di lanciare un messaggio chiaro di empowerment femminile”

     

    Un tripudio di colori in grado di narrare secoli di storia della moda del Bel Paese, restituendo ai visitatori un viaggio multisensoriale in un mondo artistico e dinamico.  Ma anche la possibilità di trattenere in maniera salda le proprie tradizioni famigliari aggiungendo un messaggio green ed ecologico. “Il mio brand nasce nel 2016, il progetto era di portare avanti una moda slow fashion. Parole d’ordine: etica e sostenibilità. Lavorare nel rispetto del pianeta, recuperando materiali di scarto, ad esempio da aziende tessili, dandogli una nuova vita. Al contempo era importante però portare avanti un messaggio etico di rispetto per i lavoratori coinvolti nella filiera.” Ci spiega Italo Marseglia, proprietario dell’omonimo brand. “Purtroppo di questo network messo su con fatica e costituito da fasonisti è rimasto poco dall’arrivo del Lockdown. Io ho dunque dovuto rivalutare la mia creatività e la mia manualità semplice. E così ho ricominciato a fare dei passi indietro, recuperando l’arte del crochet imparata da mia nonna Lidia” aggiunge. È nato così “The common trade”: il filo comune, composto da un caleidoscopio di filati lavorati a mano e provenienti da un progetto di crowdfunding sostenuto da moltissimi. “Adesso il cuore di questo brand, che porta il mio nome, è proprio quello di fare pezzi di abbigliamento su commissione con tessuti recuperati. Ma anche capsule collection. “conclude Marseglia. 

     

    Un’arte che si crea dalle forme della natura, assemblata da materiali che scavano le proprie radici nella storia famigliare. “ É una super emozione esser tornati in presenza, è un segno che forse le cose possono ripartire e che per noi giovani c’è ancora speranza. Il mondo non si è fermato, il mondo è solo cambiato e anche noi giovani dobbiamo cambiare di conseguenza. One Milion per me è questo: il mio cambiamento. Il cambiamento che ho affrontato dopo il periodo acuto della pandemia. E proprio così che ho trovato la voglia di creare qualcosa di speciale. Qualcosa che si specchia nei miei gioielli: un’idea di donne indipendenti e all’avanguardia che siano attente ai dettagli e alla manifattura di ciò che indossano” spiega Ginevra Piperno, fondatrice del brand di gioielli One Milion. Un progetto nato nel maggio del 2020 che Ginevra porta avanti assieme a sua madre, Federica Caviglia. “Nell’ebraismo il ruolo della donna è centrale. Il fatto che siamo madre e figlia si specchia anche nella nostra mission aziendale: cioè creare delle collezioni che siano apprezzate da generazioni distinte, tanto dalle madri quanto dalle figlie. Che hanno si stili e gusti diversi, ma sempre legati dal filo conduttore della femminilità” conclude Ginevra.

     

    Una “Rome Fashion Week” orientata verso la sostenibilità e la voglia di muoversi assieme ai grandi cambiamenti del tempo. Sfilate, Talk, Show-room e molto altro per una kermesse unica nel suo genere. “La cosa interessante è che oggi di 24 espositori presenti, 19 sono di donne. Questa iniziativa sta diventando una specie di hub per i nuovi stilisti che creano moda sostenibile, dando importanza all’innovazione tecnologica e alla ricercatezza di forme e tessuti nuovi-  Dice Sandro Di Castro, ex Vicepresidente di Altaroma-  Roma non può tornare ai tempi passati, c’è stata un’evoluzione sociale, non esistono più gli eventi di alta moda che funzionavano in passato. Roma, con i giusti investimenti, può però diventare un polo internazionale per i giovani talenti”.

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