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    Un Memoriale sulla Shoah in Molise: “Riportiamo alla luce la memoria locale”

    Il Molise avrà presto un memoriale sulla Shoah. Il ritrovamento di due vagoni, utilizzati per trasportare i prigionieri nei campi di concentramento, ha dato vita ad un progetto, volto a riscoprire una pagina della storia locale che pochi conoscono.

     

    Il territorio molisano infatti, oltre ad essere attraversato dalla Linea Gustav, ospitava ben cinque campi di concentramento: Agnone, Isernia, Bojano, Vinchiaturo e Casacalenda, in cui vennero rinchiusi non solo gli ebrei, ma anche tutti gli oppositori al regime di Mussolini. Una regione che sebbene di piccole dimensioni territoriali, contribuisce a riempire una grande pagina della storia dell’Italia del secondo Dopoguerra.

     

    Il progetto di realizzare il Memoriale Molisano Internamento Deportazione e Shoah, è nato dalla collaborazione tra Giordana Terracina, dottoranda in Storia presso l’Università di Tor Vergata e membro del Centro Romano di Studi sull’Ebraismo, Claudio Procaccia, Direttore del Dipartimento Beni e Attività Culturali della Comunità Ebraica di Roma e Matteo Napolitano, Professore di Storia delle Relazioni Internazionali presso l’Università del Molise, che hanno vinto il bando regionale “Molise è Cultura” e in collaborazione con l’Università del Molise che sarà capofila del Progetto e con il patrocinio della Comunità Ebraica di Roma e della Comunità Ebraica di Napoli, cureranno la realizzazione di un monumento nella città di Campobasso, in memoria di tutti coloro, ebrei e non, che hanno perso la vita nei campi di concentramento.

     

    “L’idea è quella di raccontare una storia locale, una presa di coscienza locale, per ribadire ancora una volta quanto sia paritetica la responsabilità italiana, rispetto a quella tedesca. – spiega Giordana Terracina – Si tratta di un necessario allargamento della memoria: non più solo memoria ebraica, ma memoria italiana, attraverso il racconto di storie locali che riportino alla luce altre realtà, come la deportazione dei carabinieri, di gente comune, non soltanto ebrei. Questo può essere un ottimo strumento contro l’antisemitismo”.

     

    Il Memoriale sarà costituito dai due vagoni ritrovati dal Prof. Napolitano. Vagoni che originariamente si trovavano in un deposito ferroviario a Sassari, portati successivamente nel Molisano e che ora, grazie ai finanziamenti vinti con il bando della Regione Molise, verranno spostati a Campobasso e costituiranno il memoriale sulla Shoah, insieme ad una serie di pannelli didascalici, che raccontino quanto accaduto in Molise, con lo scopo di creare un luogo di studio e riflessione per gli studenti:  “Quello che noi vogliamo è che ci sia una comprensione che qualcosa è accaduto e che le nuove generazioni portino questo insegnamento nella loro cultura e nella loro formazione. – spiega Napolitano – Infatti nella giornata che dedicheremo alle scuole ci sarà un momento in cui gli studenti dell’Università parleranno agli studenti delle scuole superiori di queste tematiche. Vogliamo intendere il memoriale come una raccolta di documenti consegnati alla memoria collettiva e per questo confidiamo molto nei giovani”.

     

    Il progetto è stato presentato durante il convegno “Shoah, Storia, Memoria, Memoriale: Luoghi di prigionia, luoghi di libertà” che si è tenuto nelle giornate del 20 e 21 ottobre all’Università del Molise, luogo in cui nel 2015 fu conferita a Piero Terracina la laurea honoris causa in Scienze della Formazione e che oggi rappresenta la prima tappa di un percorso volto a far luce su un importante pagina della storia italiana:  “Accanto alle varie personalità dell’Università del Molise e alle Istituzioni comunitarie, quali il Rabbino Capo Di Segni, Massimo Finzi, Assessore alla Memoria, il Convegno ha segnato un primo passaggio di inserimento del Molise nella pagina della Memoria e della presenza Ebraica in Europa e di come poi questa sia stata oggetto di violenza e di perdita, non solo per gli ebrei in quanto tale, ma per tutta l’Europa, per il contributo che gli ebrei hanno sempre dato alla storia europea. – racconta Claudio Procaccia – L’idea è quella di far capire non tanto come gli ebrei siano stati vittime della Shoah, ma di come l’Europa con due guerre mondiali si sia auto destinata alla marginalizzazione sullo scenario geopolitico europeo del Secondo Dopoguerra”.

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