Skip to main content

SPECIALE PESACH 5784

Scarica il Lunario 5784

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati

    Una cerimonia per commemorare gli ebrei di Libia deportati nei campi di sterminio

    Un appuntamento particolare nell’agenda di eventi per la Giornata della Memoria: per la prima volta a Roma il 27 gennaio si tiene una cerimonia di commemorazione al Monumento degli ebrei di Libia al Cimitero del Verano, per ricordare gli ebrei libici deportati nei campi di sterminio di Giado, Sidi, Azaz, Buerat El Hsum, Buq Buq, Auschwitz, Reichenau e Bergen Belsen.

     

    Una parte della Storia poco conosciuta, ma che con l’arrivo degli ebrei tripolini in Italia e la loro forte presenza all’interno della Comunità Ebraica di Roma è importante ricordare:

     

    “Non è mai stata fatta nella storia del Giorno della Memoria una commemorazione dedicata alla Shoah in Libia né in Italia né in Europa- spiega David Gerbi, Presidente dell’Associazione Salvaguardia Trasmissione Retaggio Ebrei di Libia (ASTREL), che cura l’evento- è importante, perché non c’è un luogo in cui possono venire a cercarci e chiederci scusa per quello che ci hanno fatto, specialmente perché si trattava di campi nazifascisti, perciò c’era anche la responsabilità italiana.  E all’Italia conveniva dimenticare la Libia”.

     

    Una pagina della storia che è stata a lungo messa da parte a livello nazionale e internazionale, ma che è arrivato il momento di riportare alla luce. Già con il convegno dedicato agli ebrei di Libia dello scorso novembre, David Gerbi ha esposto il suo progetto di ricerca dei nomi delle persone sepolte nei cimiteri dissacrati, per poterli riscrivere su delle lapidi che andranno deposte al Cimitero del Verano:

     

    “Voglio che finalmente anche noi veniamo ricordati e che le nostre vittime della Shoah abbiano un nome. Non ricordarli significherebbe ucciderli di nuovo e visto che noi siamo gli ultimi ebrei nati in Libia abbiamo l’obbligo di ricordare- spiega ancora David Gerbi- abbiamo avuto un personaggio gigante della nostra Comunità, Sion Burbea che è stato deportato a Bergen Belsen ed è riuscito a tornare. Ha fondato il tempio Beth Yacov qui a Roma, era molto amato dalle persone. Facciamo tutto questo per ricordare i nostri morti, ma sarà una cerimonia commemorativa; la cerimonia religiosa la faremo sabato, in cui leggeremo i nomi, esattamente come fa la Comunità Ebraica di Roma il 16 ottobre, e faremo il Kaddish, dando voce a persone che non possono raccontare”.

     

    Alla cerimonia parteciperanno anche gli studenti delle scuole superiori ebraiche, insieme alla Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello, Rav Shalom Bahbut, Yoram Ortona, figlio di una vittima delle leggi razziali in Libia, Saul Meghnagi, Consigliere UCEI, l’Ambasciatore Giulio Terzi, Luigi De Salvia, presidente di Religions for Peace, Roberta Ascarelli, presidente dell’Amicizia ebraico-cristiana di Roma, Joseph Taché che porterà la testimonianza di Sion Burbea, Rocco Giansante dello Yad Vashem e Friederike Wallbrecher, presidente dell’Associazione Ricordiamo Insieme.

    CONDIVIDI SU: