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    Dal pianto al sorriso – il manoscritto ritrovato di Lia Levi

    Un vecchio romanzo nel cassetto trovato quasi per caso arriva ad arricchire la bibliografia della scrittrice Lia Levi, a ridosso dei suoi novant’anni.

     

    Dal pianto al sorriso. Breve storia di nove mesi di dominazione tedesca è un piccolo manoscritto che Lia Levi scrisse quando aveva appena dodici anni, nel pieno della Guerra e terminato, come annotato dalla stessa autrice, il 26 dicembre 1944.

     

    La storia di una famiglia ebraica di Roma prima della Liberazione. Non una storia autobiografica, come la sua opera prima Una Bambina e basta, ma un racconto ispirato alle tragiche vicende di quegli anni.

     

    “Ho un diario di mia madre, scritto durante il periodo dell’occupazione tedesca, fino al 5 giugno, prima della Liberazione di Roma”, racconta Lia Levi in un’intervista a Shalom, “quando sono stata invitata ad una tavola rotonda, in occasione del 25 aprile, proprio per parlare della Liberazione, dopo tanti anni ho ripreso questo vecchio diario con la copertina di pelle e le tasche e ho trovato dei foglietti, che contenevano questo manoscritto, legato da un cordone viola.

     

    Era il romanzo che avevo scritto e regalato ai miei genitori. Non pensavo che lo avessero conservato, perciò quando l’ho trovato è stata una grande sorpresa, perché non sapevo che esistesse. E’ stato quarant’anni nel mio cassetto.

     

    La seconda sorpresa è stata quando l’ho riletto: quando ho visto che portava la data del ‘44, ho pensato che fosse un racconto del periodo in cui eravamo nascoste, invece si tratta di una storia del tutto inventata, con personaggi che non c’entrano nulla con noi”.

     

    Non è un caso che questo manoscritto riveda la luce, proprio in concomitanza del Festival Ebraica, il cui tema è proprio Second Life, il ritorno alla vita; in questa occasione Lia Levi ha raccontato del ritrovamento del suo racconto in un panel intitolato Raccontare è un altro rinascere, in cui l’autrice ha dialogato con Ariela Piattelli ed Edoardo Camurri su come un racconto possa dare una seconda vita:

     

    “Narrare è rinascere” spiega ancora Lia Levi, “la narrazione da un senso, in quanto costituisce un sistema, perciò ogni libro da un senso alla storia e un senso alla vita. Tra gli autori israeliani che amo citare c’è Amos Oz; è proprio lui ad aver detto “quanto più la tua storia è particolare, tanto più è universale”.

     

    Il libro verrà pubblicato da Edizioni Piemme- Il Battello a Vapore, il 9 Novembre, in occasione dei 90 anni di Lia Levi e conterrà il manoscritto originale in copia anastatica, con testo ribattuto a fianco e un’introduzione dell’autrice:

     

    “Sfogliando le pagine di questo manoscritto si capisce che già allora sognavo di fare la scrittrice: avevo indicato la data di fine pubblicazione, dato un titolo, diviso i capitoli.

     

    “Dopo aver parlato con una giornalista di Repubblica, abbiamo deciso di far uscire una grande intervista in cui ho raccontato la storia di questo ritrovamento e dopo pochi giorni mi ha contattata la Mondadori, proponendomi di pubblicarlo il giorno del mio novantesimo compleanno”.

     

    Non una classica storia, non un nuovo romanzo, ma un vero e proprio documento storico, testimonianza delle giovani abilità narrative e intellettuali di una delle più grandi scrittrici sulla Memoria, adatto a grandi e piccoli.

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