Skip to main content

Scarica l’ultimo numero

Scarica il Lunario 5784

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati

    CORONAVIRUS: OMS, PUO’ DIVENTARE PANDEMIA MA PIU’ SCENARI APERTI

    Il nuovo coronavirus “ha il potenziale per diventare una pandemia”, ma “ogni scenario è ancora sul tavolo”. A dirlo è il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, in apertura di un briefing settimanale sulla Covid-19. “L’aumento dei casi al di fuori della Cina ha indotto alcuni media e politici a spingere perché venisse dichiarata la pandemia. Non dovremmo essere troppo ansiosi di farlo senza un’analisi attenta e chiara dei fatti. Non fraintendermi – ha precisato il Dg – non sto minimizzando la gravità della situazione, o il potenziale pandemico del virus, perché questo potenziale c’è. Ma l’Oms sta fornendo gli strumenti a ogni Paese per prepararsi”.

    L’agenzia Onu per la salute “ha già dichiarato un’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale, il nostro più alto livello di allarme. L’uso della parola pandemia con noncuranza – ha fatto notare il Dg dell’Oms – non ha alcun beneficio tangibile, ma presenta un rischio significativo che è quello di amplificare la paura e lo stigma inutili e ingiustificati e di paralizzare i sistemi. Potrebbe anche segnalare che non possiamo più contenere il virus, il che non è vero. Siamo impegnati in una lotta che può essere vinta se facciamo le cose giuste”.      

    Naturalmente, ha proseguito Tedros, “non esiteremo a usare la parola pandemia se è una descrizione accurata della situazione. Stiamo monitorando l’evoluzione dell’epidemia 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e stiamo coinvolgendo esperti interni ed esterni sul tema. Per il momento non stiamo assistendo a una trasmissione intensiva e prolungata di questo virus e non stiamo assistendo a malattie gravi o morti su larga scala”.La Cina, ha puntualizzato, “ha meno di 80 mila casi in una popolazione di 1,4 miliardi di persone. Nel resto del mondo, ci sono 2.790 casi, in una popolazione di 6,3 miliardi”.       

    L’obiettivo primario di tutti i Paesi con contagi, ha concluso il Dg, “deve essere quello di contenere il virus. Allo stesso tempo, tutti i Paesi indistintamente devono prepararsi per una potenziale pandemia,  devono essere pronti a rilevare i casi in anticipo, a isolare i pazienti, tracciare i contatti, fornire assistenza clinica di qualità, prevenire epidemie ospedaliere e prevenire la trasmissione all’interno della comunità”. Una nota positiva in questo senso sono i “9 Paesi che non hanno più un caso segnalato da oltre 2 settimane: Belgio, Cambogia, Finlandia, India, Nepal, Filippine, Russia, Sri Lanka e Svezia. Ecco, dovremmo fare questo: provare a contenere(Adnkronos)

    CONDIVIDI SU: