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    EGITTO, MORTO MUBARAK: DA EROE NAZIONALE A SIMBOLO DI CORRUZIONE

    E’ morto a 91 anni in un ospedale del Cairo Hosni Mubarak, l’uomo che ha guidato l’Egitto per oltre trent’anni e che è sopravvissuto ad almeno sei attentati. 

    Ad annunciarlo una nota in cui si legge che la presidenza ”piange con grande affetto l’ex presidente Mohammed Hosni Mubarak, che è stato per il suo Paese uno dei leader e degli eroi della guerra di ottobre, che ha preso il comando dell’Aeronautica durante la guerra e ha ridato dignità e coraggio alla nazione araba”. 

    A deporre Mubarak fu la Rivoluzione del 25 gennaio del 2011 nell’ambito delle primavere arabe che avevano travolto i governi del Medioriente. Compreso il suo governo, accusato di corruzione, repressione politica e dei diritti umani, di aver autorizzato la polizia ad agire in modo brutale, di aver portato l’Egitto in una crisi economica di cui ancora oggi il Paese paga le conseguenze. Coinvolti anche i due figli, Alaa e Gamal, assolti sabato dalle accuse di aver manipolato il mercato azionario. Lo stesso Hosni Mubarak verrà assolto nel 2017, dall’accusa di aver ordinato l’uccisione di manifestanti antigovernativi. Condannato, invece, per appropriazione indebita di fondi pubblici. 

    Nato il 4 maggio del 1928 nel villaggio rurale di Kafr-El Meselha nel Delta del Nilo, nell’Egitto settentrionale, Mubarak era entrato nell’Aeronautica militare nel 1949. L’anno dopo diventa pilota e nel 1959 si trasferisce in Unione Sovietica, importante fornitore di armi dell’Egitto, dove impara a far volare i bombardieri. Sposa Suzanne, figlia 17enne di un medico, e scala i vertici dell’esercito diventano capo dell’Accademia dell’Aeronautica. Nel 1972 ottiene l’incarico di Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica militare, quindi diventa vice ministro della Difesa. 

    L’anno successivo diventa un vero e proprio eroe nazionale per aver inferto un duro colpo alle forze israeliane nel Sinai. Mubarak fu infatti determinante nel pianificare l’attacco a sorpresa alle forze israeliane all’inizio della guerra arabo-israeliana del 1973, nota come Guerra del Kippur, perché fu scatenata nel giorno più sacro per gli ebrei. La Russia e gli Stati Uniti si avvicinarono al conflitto tra superpotenze mentre si affrettavano a rifornire i rispettivi alleati. Israele respinse l’invasione, con una contro offensiva che giunse alle porte del Cairo. Al termine delle trattative, seguite al cessate al fuoco, Israele si ritirò dal Sinai riconsegnandolo all’Egitto. 

    Due anni dopo il presidente Anwar Sadat nomina Mubarak vice presidente e gli affida la gestione della politica nazionale, mentre lui si occupa di quella estera. Ma Mubarak inizia a stringere forti legami personali con vari leader arabi, tra cui il principe saudita Fahd. Nell’ottobre del 1981 l’attentato a Sadat, dove Mubarak resta ferito. Il presidente morirà in ospedale, mentre Mubarak gli succede. Viene confermato alla presidenza con il 98 per cento dei voti in un referendum che lo vede unico candidato. La sua leadership verrà confermata in tre referendum successivi e senza opposizione nel 1987, 1993 e 1999. Le prime elezioni pluripartitiche sono del 2005, ma anche in questo caso Mubarak stravince. 

    Succeduto a Sadat, promette di mantenere gli accordi di Camp David, e sotto la sua presidenza si ammorbidiscono i rapporti con Israele.

    Sotto il suo dominio, l’Egitto diventa un alleato chiave degli Stati Uniti nella regione, ricevendo 1,3 miliardi di dollari all’anno in aiuti militari statunitensi fino al 2011. Sotto la sua leadership, porta l’Egitto ad avere un ruolo chiave nella mediazione tra israeliani e palestinesi per un accordo di pace. Mubarak avvicina l’Egitto anche all’Arabia Saudita, rafforzando così il fronte arabo contro il potere crescente dell’Iran dell’Ayatollah Khomeini. L’ex presidente fa sì che l’Egitto venga riammesso nella Lega Araba, dalla quale era stato espulso nel 1979. Il quartier generale dell’organizzazione panaraba torna alla sua sede originale sulle rive del Nilo. L’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq nel 1991 rappresenta un duro colpo per Mubarak, che aveva ricevuto da Saddam Hussein la promessa che non ci sarebbe stata un’azione militare. Nel 2003 l’ex raìs contesta la decisione degli Stati Uniti di invadere l’Iraq, affermando che l’azione avrebbe portato alla creazione di ”100 Bin Laden”. 

    Messaggi di cordoglio stanno giungendo da tutto il mondo. Il premier israeliano Netanyahu ha scritto: “A nome dei cittadini di Israele esprimo dolore profondo per la scomparsa del mio amico personale Hosni Mubarak”. “Estendo le condoglianze – ha aggiunto – al presidente Abdel Fattah al Sissi e alla famiglia Mubarak”. Il presidente Mubarak – ha detto ancora Netanyahu – è stato un leader che ha condotto il suo popolo verso la pace e la sicurezza, verso la pace con Israele“. “Ci siamo incontrati svariate volte – ha proseguito – e sono rimasto impressionato dal suo impegno. Noi continueremo ad andare lungo questa nostra strada comune”. 

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