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    ONU NEGA EBRAICITÀ AL MONTE DEL TEMPIO DI GERUSALEMME

    Ennesima decisione anti israeliana, addirittura antisemita, dell’Onu. Su spinta dei paesi arabi e con la complicità silenziosa di molti altri paesi (tra cui l’Italia), la quarta commissione delle Nazioni unite ha votato una risoluzione che cancella l’identità e le radici ebraiche dal Monte del Tempio di Gerusalemme, stabilendo che venga denominato nelle sedi internazionali solo con il nome arabo di Haram al-Sharif.

    La decisione, per diventare operativa, dovrà essere approvata all’inizio di dicembre nell’Assemblea plenaria delle Nazioni Unite. Con Haram al-Sharif si intende solo il complesso islamico sorto secoli dopo, in seguito alla distruzione del Tempio per ordine dell’imperatore Tito.

    “L’Italia può ancora rimediare a questo gravissimo errore – lo sottolinea Lucio Malan, vicecapogruppo di Fi al Senato -. Il ministro Di Maio deve riferire con urgenza al Senato su questo voto”. “Il Monte del Tempio – ricorda – è da tremila anni il centro del pensiero e della religione ebraica. Questo è il luogo verso il quale gli ebreida millenni si rivolgono per la preghiera. Questo è il luogo dove Gesù di Nazareth venne più e più volte durante la sua vita, incluso nella settimana della sua crocifissione. Persino gli antichi romani che distrussero il Tempio, riconoscevano l’ebraicità del luogo consentendo una volta l’anno agli ebreil’accesso al cosiddetto Muro del Pianto, una struttura di sostegno del Tempio. Designarlo unicamente con il suo nome islamico è negare l’identità ebraica. Importanti intellettuali israelianied ebrei, esponenti cristiani evangelici, hanno detto che è peggio della negazione della Shoah, perché mette in questione le radici stesse dell’ebraismo. E l’ebraismo è la radice del cristianesimo”.

    “Non possiamo che ribadire che non si può negare la storia né disconoscere Gerusalemmee inventarsi poi che l’Europa ha radici giudaico-cristiane”. Lo afferma all’Adnkronos la presidente dell’Ucei Noemi Di Segni commentando la risoluzione della quarta commissione delle Nazioni Unite sul Monte del Tempio di Gerusalemme. “La storia è la storia, anche se certe parti della storia piacciono di più o di meno, non si può discutere sui fatti – continua – Si può discutere sui comportamenti, sulle opinioni, ma sui fatti no”. In vista del voto dell’assemblea plenaria delle Nazioni Unite che sarà chiamata ad esprimersi sulla stessa risoluzione, Di Segni si aspetta che “l’Italia sia coerente con quello che continua a ribadire nei confronti di Israelee dell’ebraismo. Ci aspettiamo che l’Italia non si astenga ma che voti contro una simile risoluzione e che sia in grado di guidare e far ragionare altri paesi europei”. 

    “La scelta di una commissione dell’Onu di denominare il Monte di Gerusalemmeunicamente con il nome di derivazione islamica è una scelta che offende la storia ebraica e anche quella cristiana di quel luogo. E’ un errore politico gravissimo”. Lo dice Emanuele Fiano del Pd all’Adnkronos. “Solo un mutuo riconoscimento delle storie e delle radici di chi abitato quei luoghi può continuare a far sperare in processi di pacificazione. L’Italia – sottolinea Fiano – corregga nell’assemblea generale dell’Onu questo inaccettabile sopruso storico”. 

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