Siamo sempre felici ed orgogliosi quando
i nostri ragazzi, soprattutto in questo periodo, trovano occasione di
aggregarsi all’insegna dei valori dell’ebraismo. Ma tutto questo deve avvenire
in sicurezza, nella salvaguardia della salute di tutti noi. Ogni persona è
responsabile del suo prossimo, un principio ebraico che torna particolarmente
attuale in tempo di pandemia e di contagio dilagante. A quanto pare, malgrado
sembrino concetti chiari a tutti noi, c’è sempre la necessità di ribadire che
non possiamo sbagliare sui temi che toccano da vicino la sicurezza.
Come assessore ho sempre anteposto le
attività dei giovani a tutto il resto la socialità un elemento fondamentale
per i giovani. Nelle nostre riunioni di Giunta ci siamo spesso confrontati sul
tema degli eventi dei giovani, come per esempio a festa di Hannukka con 170
ragazzi e con il fantasma del Covid che poneva ostacoli, grazie alla volontà di
realizzare un momento di aggregazione, di dare la possibilità ai ragazzi di
stare assieme in sicurezza, siamo riusciti a non rinunciare a questa attività.
Abbiamo passato giorni molto pesanti prima della partenza al Mahanè dell’Hashomer Hatzair, ci siamo trovati ad affrontare un vero e proprio dilemma, e ciò è valso anche per il Benè Akiva. Quando ci siamo resi conto che i numeri dei partecipanti erano spaventosamente alti, come alto sarebbe stato il rischio di contagio, abbiamo consigliato in maniera netta di annullare la partenza. Una scelta dolorosa, ma responsabile.
I ragazzi sono una parte fondamentale, il cuore pulsante delle nostre comunità, e per noi la loro sicurezza è al primo posto e fare un campeggio con 180 giovani in un momento così delicato non ci sembrava, e non ci sembra ancora, una scelta responsabile e adeguata.
L’autonomia dei movimenti giovanili termina quando rischia di ledere la salute di un’intera comunità. I ragazzi sono coloro che frequentano le scuole BH, i templi BH, che vivono fianco a fianco con i fratelli e i genitori, che vanno a trovare i nonni BH, il rischio di creare un cluster era troppo alto. A tutto questo abbiamo e tuttora preferiamo la sicurezza.
Raffaele Rubin