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    CORONAVIRUS: ISRAELE, INIZIATO IL SECONDO LOCKDOWN

    Alle 14 ora locale, Israele è tornato nuovamente in lockdown, primo paese al mondo a dover imporre il confinamento anti covid per una seconda volta. Il provvedimento è scattato poco prima dell’inizio, al tramonto di stasera, della festa di Rosh Hashana, il Capodanno ebraico, e si estenderà per tre settimane durante le ricorrenze religiose di Yom Kippur e Sukkot, un periodo durante il quale la gente si riunisce normalmente con la famiglia allargata e affolla le sinagoghe. Oltre 7mila fra soldati e poliziotti, sono stati dispiegati nel paese per assicurare il rispetto delle restrizioni, nel timore che il pubblico sia meno collaborativo della prima volta. Dopo il primo lockdown in primavera, che tenne tutti chiusi in casa anche a Pesach, la Pasqua ebraica, c’è un senso di frustrazione per dover ricominciare nuovamente, con preoccupazioni economiche e tensioni con gli ultraortodossi sulle regole per i riti religiosi. 

    Il nuovo lockdown prevede la chiusura delle scuole, negozi non essenziali, palestre, ristoranti e luoghi di divertimento. Non ci si può allontanare oltre un chilometro da casa, con eccezioni per andare a lavoro, visite mediche e altre emergenze. Niente bagni a mare o sole in spiaggia. Al chiuso non si può stare più di dieci, all’aperto il tetto è di 20 e va mantenuta una distanza interpersonale di due metri. Rispettando queste indicazioni si può partecipare a funerali e circoncisioni. Per i riti in sinagoga, sempre che il tempio sia entro un chilometro di distanza da casa, i fedeli devono essere divisi in ‘capsule’ delimitate da teli di plastica. Per le città in zona rossa, dove il tasso d’infezione è più alto, ogni ‘capsula’ può contenere al massimo 10 fedeli, per gli altri luoghi si arriva a 25. Ma fra un fedele e l’altro devono esservi due posti vuoti e non si può servire cibo. Cantori e suonatori di shofar, il corno per la musica rituale, devono avere un’autorizzazione speciale. A maggio Israele credeva di essere uscito meglio di altri paesi dall’emergenza covid. Oggi torna a chiudersi, dopo aver assistito ad una accelerazione dei contagi, che ormai superano i 5mila al giorno. Il lockdown è “importante” e “necessario”, ha detto il primo ministro Benyamin Netanyahu, avvertendo che, se i contagi non diminuiranno, le misure potranno essere inasprite. (Civ/Adnkronos)

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