Skip to main content

Scarica l’ultimo numero

Scarica il Lunario 5784

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati

    RIVLIN INCARICA NETANYAHU DI FORMARE IL GOVERNO. GANTZ SI SFILA

    Il presidente israelianoReuven Rivlin ha incaricato il premier uscente Benyamin Netanyahu di formare il nuovo governo. Rivlin ha deciso di incaricare Netanyahu dopo colloqui con gli altri leader di partito ed una volta emersa l’impossibilità di formare un governo di unità nazionale. Il premier uscente conta su 55 seggi – la maggioranza è di 61 – mentre il partito Blu e Bianco di Benny Gantz ne ha ricevuti 54. Netanyahu avrà adesso 28 giorni di tempo per formare un nuovo governo, con una possibile estensione di due settimane: se non riuscirà nel suo tentativo, il presidente può affidare l’incarico ad un’altra persona. 

    Come cinque mesi fa, ancora una volta l’ago della bilancia sarà Avigdor Lieberman, il leader del partito russofono Yisrael Beiteinu che, dopo aver fatto cadere il governo a novembre, dopo non aver accettato ad aprile di entrare nell’esecutivo, ha di fatto rimandato il Paese alle urne. Un voto che il presidente Rivlin non vuole piu’: sin dall’inizio degli incontri con i partiti politici all’indomani delle elezioni della settimana scorsa, il presidente israelianoe’ stato chiaro, vuole un governo stabile e ha chiesto un esecutivo di coalizione tra il Likud di Netanyahu, che alla fine ha conquistato 32 seggi e il partito dell’ex capo di stato maggiore Benny Gantz, il Blu e Bianco, che ne ha ottenuti 33. L’ex generale, pero’, non ne vuole sapere di sedere in un governo guidato da Netanyahu. Gantz ha detto che “non accettera’ di fare parte di un governo guidato da un primo ministro, contro il quale pende una grave incriminazione”. Netanyahu, infatti, la settimana prossima, sara’ chiamato a rispondere di frode, corruzione e violazione della fiducia in tre casi penali. 

    Il presidente Rivlin le ha quindi provate tutte: prima di affidare l’incarico a Bibi, ha anche rivelato di aver offerto sul piatto una legge che consente a un primo ministro di sospendersi mentre e’ sotto accusa e di far subentrare un vice primo ministro fino a quando le accuse al premier non siano state cancellate. Non c’e’ stato nulla da fare, nessuno accordo possibile e Rivlin ha scelto i numeri: poiche’ Netanyahu ha ricevuto il sostegno di 55 parlamentari (oltre al Likud Yamina, Shas and United Torah Judaism) e Gantz quello di 54, ha chiesto a Bibi di restare al suo posto. 

    Che succedera’ ora? Netanyahu, complici anche il capodanno ebraico e il giorno dell’espiazione e grazie alle leggi israeliane, avra’ un po’ piu’ di tempo per cercare altri sette parlamentari che lo sostengano, per superare la maggioranza prevista di 61. L’indiziato maggiore per sostenerlo, e’ sicuramente l’Yisrael Beiteinu di Lieberman, che con 8 parlamentari, potrebbe far spostare la decisione di formare un governo da una parte all’altra. Lieberman e’ stato ministro della difesa di Bibi, ma non va d’accordo con gli ortodossi che sostengono Netanyahu. Lieberman non e’ entrato nel governo precedente perche’ chiedeva una legge che obbligasse anche questi al servizio militare. Non e’ chiaro se e cosa Lieberman possa accettare o dove Netanyahu possa trovare i voti necessari. Se questi dovesse fallire, il presidente potrebbe chiedere ad un altro esponente del Likud di formare il governo: a questo punto, il veto su Netanyahu potrebbe cadere e Gantz potrebbe entrare a rotazione in un governo di coalizione. Oppure il presidente Rivlin potrebbe chiedere proprio all’ex generale di formare l’esecutivo: in questo caso, se resta l’appoggio storico dei tre partiti arabi su quattro, Gantz dovra’ lavorare non poco per formare la maggioranza perche’ Lieberman sicuramente non entrerebbe in un governo appoggiato dagli arabi. L’ultima ipotesi, prevista dalle leggi israeliane e ricordata dal presidente proprio per sottolineare che non vuole altre elezioni, e’ che qualsiasi partito della Knesset, il Parlamento israeliano, decida di provare a formare un governo. 

    CONDIVIDI SU: