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    CIBO, CULTURA E SALUTE. RABBINO DI SEGNI RACCONTA CUCINA KOSHER AL CAMPUS

    Dal divieto di mangiare
    alcuni animali, a quello di mescolare carne e latticini nello stesso pasto. Ma
    anche regole sulla consumazione di alcune specie marine e norme specifiche
    sulla produzione del vino. È la Kasherut, la complessa normativa sul cibo che
    da tremila anni gli ebrei osservanti di tutto il mondo seguono. Dei suoi
    aspetti tecnico scientifici ha parlato il Rabbino Capo della Comunità Ebraica
    di Roma, Riccardo Di Segni, durante il seminario ‘La Cucina Kosher’, che si è
    svolto ieri nell’ambito del Corso di Bioetica della Nutrizione – Sanum del
    Campus Bio-Medico di Roma e che ha visto tra i promotori, anche in qualità di moderatrice, Carlotta Sed, una ragazza della Comunità ebraica e studentessa di Scienze dell’Alimentazione
    all’Università “Campus Biomedico”.

    All’evento ha partecipato anche Ruth Dureghello,
    presidente della Comunità Ebraica di Roma, che ha parlato della cucina Kosher
    come ‘cucina delle feste’, insieme al presidente dell’Università Campus
    Bio-Medico Felice Barela. A margine dell’evento lo chef Ruben Bondì, ha
    presentato in un cooking show due ricette Kosher: la ‘Concia di zucchine’ e la
    ‘Panzanella e insalata di carciofi, mentuccia e bottarga’. Il seminario ha
    offerto una possibilità di riflessione sul tema del multiculturalismo anche
    all’interno delle corsie del Policlinico Campus Bio-Medico.

    Che siano esigenze dettate
    dalla cultura o dalla religione, come nel caso della cucina Kasher, o per
    semplici scelte personali, come i vegetariani e i vegani, quello delle esigenze
    nutrizionali specifiche dei pazienti ricoverati in ospedale è un aspetto su cui
    il Campus Bio-Medico mostra un particolare interesse. “L’attenzione alle
    specifiche esigenze nutrizionali – ricorda la struttura in una nota – è un
    fattore che riduce drasticamente la degenza dei pazienti in ospedale e il
    rischio di nuovi ricoveri”. Ogni giorno sono circa 600 i pasti serviti dal
    policlinico, divisi in 40 diete specifiche. Diete che possono essere
    personalizzate secondo le specifiche esigenze del paziente. Per esempio: se un
    paziente ricoverato è sia diabetico che intollerante al lattosio, il dietista
    prescriverà una ricetta mirata che tenga conto di entrambe le problematiche.
    Discorso analogo viene fatto per le esigenze culturali e religiose. 

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