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    Cori contro Lukaku. Presidente Comunita’ ebraica Roma: bene iniziativa Lega serie A contro razzismo

    “Bene la Lega di serie A che dopo i cori di ieri contro Lukaku sceglie di lanciare un’iniziativa contro il razzismo. C’e’ bisogno dell’impegno di tutti, noi come Roma ebraica siamo pronti a dare il nostro contributo”. Lo scrive su Twitter la presidente della Comunita’ ebraica della capitale, Ruth Dureghello, riferendosi a quanto accaduto ieri sugli spalti di Cagliari.

    Il commento del presidente della Comunità ebraica romana è giunto il giorno successivo alla decisione della Lega di serie A di lanciare un’iniziativa contro il razzismo dopo l’ennesimo episodio di tifo razzista che ha visto questa volta coinvolto il calciatore del’Inter Romelu Lukaku. “La Lega Serie A – è scritto in una nota – si è sempre schierata contro ogni forma di discriminazione ed è fortemente impegnata a contrastare un odioso fenomeno che, pur perpetrato da pochi stupidi, danneggia tutto il sistema”. Nel mese di ottobre sarà lanciata un’iniziativa, a livello nazionale e internazionale, che coinvolgerà le venti squadre di Serie A, con l’obiettivo di sensibilizzare tutte le tifoserie su una tematica così delicata e importante. Ad ogni club sarà chiesto di individuare un proprio calciatore, che entrerà a far parte della “Squadra contro il razzismo” della Lega Serie A, un testimonial che in prima persona si farà portatore dei valori del rispetto e dell’uguaglianza. “Il razzismo è un problema culturale, servirà l’impegno di tutti, dagli addetti ai lavori agli appassionati, per diffondere negli stadi un modello di tifo positivo, coerente e consono ad un paese civile come l’Italia”. 

    L’episodio di Cagliari con i cori razzisti, seppur da parte di una frangia minoritaria dei tifosi rossoblu, nei confronti dell’attaccante belga dell’Inter Romelu LUKAKU, è solo l’ultimo di un malcostume che ha colpito spesso negli ultimi anni la Serie A. Proprio in Sardegna era già successo due anni fa a Matuidi, e poi a Kean, entrambi giocatori della Juventus e questa volta a LUKAKU. Ma l’elenco è lungo e tocca tutti i punti dello stivale. Nella stagione 2000-2001 Akeem Omolade, attaccante del Treviso, entra in campo dalla panchina, in casa, contro il Pescara. La curva del Treviso lo ricopre di fischi. Un episodio che colpisce i compagni di squadra, che nella seguente gara interna, contro il Genoa, scendono in campo col volto dipinto di nero: i titolari, i giocatori della panchina e l’allenatore. Nel novembre 2005 arriva il caso del difensore del Messina Andrè Kpolo Zoro, impegnato a San Siro per Inter-Messina, al 21′ del secondo tempo, all’ennesimo insulto a sfondo razzista ricevuto dagli spalti, prende in mano il pallone e minaccia di lasciare il campo. Poi compagni e avversari, Adriano in testa, lo convincono a concludere la gara. Cosa che invece fece Kevin Prince Boateng durante un’amichevole. Durante l’amichevole contro la Pro Sesto nello stadio di Busto Arsizio, stanco dei continui cori razzisti rivolti ai calciatori neri del Milan e provenienti dal settore dei tifosi della squadra avversaria, il milanista prima scagliò il pallone contro la rete di recinzione, poi lasciò il campo rifiutandosi di continuare a giocare, seguito dal resto della squadra. 

    Perse la pazienza anche Samuel Eto’o, a Cagliari. Il 17 ottobre 2010, al terzo minuto della sfida tra i rossoblù e i nerazzurri, quando una parte dei tifosi cagliaritani cominciò a bersagliare il calciatore con “buu” razzisti. L’arbitro Tagliavento fermò il gioco e invitò gli speaker del Sant’Elia a diffondere un messaggio con il quale si ricordava al pubblico che in caso di nuovi episodi la partita sarebbe stata sospesa. Al 39′, Eto’o segnò e mimò le movenze di una scimmia, in polemica con chi lo aveva preso di mira. Tra i più recenti quello dell’aprile 2017, quando l’allora centrocampista del Pescara Muntari lasciò il campo per gli insulti ricevuti, e quello legato a Kalidou Koulibaly a San Siro, durante il posticipo del boxing day, la giornata di Serie A di Santo Stefano, tra Inter-Napoli. I ”buu”, gli ululati della Curva Nord nerazzurra hanno colpito Kalidou Koulibaly, il centrale della squadra di Carlo Ancelotti. 

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