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    FASE 2: LE MISURE PER EDIFICI CULTO ISLAMICI, EBRAICI E ALTRE RELIGIONI

    Celebrazioni religiose con mascherine e dispositivi di protezione, distanza di almeno un metro fra i fedeli, che all’interno dell’edificio di culto non potranno superare le 200 unità. E’ quanto prevede il protocollo allegato al Dpcm emanato oggi e siglato con le Comunità ebraiche, islamiche, le Chiese Protestanti, Evangeliche, Anglicane, Ortodosse, Induista e Buddista. ”È consentita ogni celebrazione e ogni incontro di natura religiosa nel rispetto di tutte le norme precauzionali previste in tema di contenimento dell’emergenza epidemiologica in corso. In particolare i partecipanti sono tenuti ad indossare idonei dispositivi di protezione delle vie respiratorie e devono mantenere le distanze interpersonali di almeno un metro. Nel rispetto della normativa sul distanziamento tra le persone – si legge – il legale rappresentante dell’Ente individua il responsabile del luogo di culto al fine di stabilire la capienza massima dell’edificio di culto, tenendo conto degli eventuali sistemi di aerazione disponibili e della distanza minima di sicurezza, che deve essere pari ad almeno un metro laterale e frontale e, comunque non superando le 200 unità. Coloro che accedono ai luoghi di culto per le funzioni religiose sono tenuti a indossare mascherine”. 

    Il Protocollo dà poi indicazione ”ove possibile e consentito, di svolgere le funzioni negli spazi esterni dei luoghi di culto, con la partecipazione massima di 1.000 persone, avendo cura che, alla conclusione, i partecipanti si allontanino rapidamente dall’area dell’incontro”. ”In relazione a particolari aspetti del culto che potrebbero implicare contatti ravvicinati, è affidata alle autorità religiose competenti la responsabilità di individuare le forme più idonee a mantenere le cautele necessarie ad escludere ogni rischio di contagio e di trasmissione del virus. I ministri di culto – infine – possono svolgere attività di culto ed eccezionalmente spostarsi anche oltre i confini della Regione, sempre che ricorrano le motivazioni previste dalla normativa vigente e nel rispetto di quanto previsto in tema di autocertificazione, corredata altresì dalla certificazione dell’ente di culto”. (Cro/Adnkronos) 

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