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    In numeri dell’antisemitismo in Italia. Fenomeno in crescita soprattutto sul web

    Gli strumenti fondamentali per valutare la presenza dell’antisemitismo in Italia, nelle sue complesse articolazioni, sono le ricerche qualitative e quantitative elaborate su base statistica. L’Osservatorio antisemitismo www.osservatorioantisemitismo.it (della Fondazione CDEC, Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) ha compiuto alcuni sondaggi nel corso degli ultimi anni e a breve verrà pubblicato un numero della rivista “Sociologia e ricerca sociale” espressamente dedicato alla valutazione dei trend nella società italiana.

    Il mondo dei social – Facebook, Twitter, Instagram, VK etc. – è interessante in questo contesto poiché offre il termometro della “visibilità” del fenomeno antisemita, ma non offre indicazioni sulla sua diffusione, i cui dati sono invece rilevabili solo tramite indagine sociale.

    Secondo l’indagine del CDEC, l’11% degli italiani (fra i 6 e i 7 milioni per tradurre le percentuali in numeri) rispondono con giudizi negativi a domande sugli ebrei. Il 33% sono valutati “ambivalenti” dal sondaggio, cioè si esprimono in maniera negativa solo su alcuni argomenti. Un risultato piuttosto allarmante, che il sondaggio mette in stretta relazione con la generale diffusione (in crescita) di intolleranza e di razzismo verso altri gruppi religiosi o etnici.

    La relazione annuale redatta dall’Osservatorio antisemitismo (ultima pubblicata nel 2018) segnala il numero di 197 episodi di antisemitismo che in qualche forma sono stati resi pubblici. Questo numero non ha alcuna relazione con il numero di commenti o espressioni di antisemitismo in rete, che è molto maggiore. Il rapporto Voxdiritti segnala ad esempio per il solo 2019 (non ancora terminato) e per il solo ambiente Twitter 15.196 tweet negativi nei confronti degli ebrei. Non esistono analoghe rilevazioni per gli ambienti Facebook, Google, Instagram, VK (ambiente dove la propaganda antisemita è particolarmente diffusa) e non è al momento possibile monitorare le chat di WhatsApp e di Telegram. E’ tuttavia noto anche da recenti episodi di cronaca giornalistica che in questi social la presenza di commenti antisemiti è costante e non dissimile da quella registrata per Twitter.

    L’Osservatorio antisemitismo non è in grado di assegnare numeri ad ogni singolo commento antisemita che si legge in rete. Tuttavia avendo censito – come fa Voxdiritti – 300 siti antisemiti e oltre 200 profili Facebook espressamente antisemiti – è evidente agli osservatori che i numeri con cui si trova a fare i conti la società italiana sono di grande rilevanza.

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