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    Mattarella celebra al Quirinale Giorno della Memoria

    Si e’ svolta questa mattina al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la celebrazione del “Giorno della Memoria”. La manifestazione e’ stata aperta dalla proiezione di un filmato dal titolo “Shoah: figli del dopo”, realizzato da RaiStoria, e dall’intervento dello psichiatra, Alberto Sonnino.     

    Nel suo discorso il presidente Mattarella ha voluto immediatamente ricordare la recente scomparsa di tre dei sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti: Alberto Sed, Piero Terracina e Franco Schoenheit che “come i pochi altri che sono tornati dai campi della morte, hanno testimoniato, in vita, il dovere doloroso della memoria. Hanno dimostrato che i nazisti potevano distruggere le loro vite e quelle dei loro cari, ma non sono riusciti a cancellare quanto c’era nel loro animo”. Nel ricordare Sed, Terracina e Schenheit, il presidente Mattarella ha voluto usare un’espressione ebraica: “Che il loro ricordo sia di benedizione”.

    “Il giorno della Memoria – ha proseguito il Capo dello Stato – non può e non deve esaurire la riflessione su quello che accadde, nella prima metà del secolo scorso, nel cuore del nostro Continente. La Shoah, per il suo carattere unico e terribile, trascende la dimensione storica del suo tempo e diventa monito perenne e lezione universale”. “Le conseguenze dell’abominio razzista – ha proseguito – si riversarono, luttuosamente e inevitabilmente, sul mondo intero. Perché la Shoah riguardava, e riguarda, tutti, non soltanto gli ebrei, che ne furono le vittime designate. In quegli anni orrendi e funesti – dominati dalla violenza, dall’odio, dalla sopraffazione – fu infatti posto a rischio il concetto stesso di umanità. E il suo futuro”.

    “Lo sterminio del “popolo eletto” si poneva, – ha proseguito Mattarella – nella scellerata e farneticante concezione nazista, come condizione necessaria per garantire un futuro di prosperità alla razza ariana. I responsabili della Shoah non furono soltanto un piccolo manipolo di criminali, un gruppo di sadici assetati di sangue, un’avanguardia fanatica e indottrinata pronta a tutto. Per far funzionare a regime la poderosa macchina dello sterminio venne coinvolto almeno un milione di persone. Non soltanto carcerieri e aguzzini, ma anche industriali, ferrovieri, impiegati, medici, ingegneri, chimici, giuristi, poliziotti. Senza contare l’approvazione tacita o la partecipazione attiva di comuni cittadini di tutta Europa, che accompagnava le atrocità naziste”.

    “È doveroso ricordare – e celebrare – i tanti eroi, i “giusti” delle Nazioni, che, a rischio della vita, hanno salvato decine e decine di ebrei in pericolo. I loro gesti, coraggiosi e temerari, sono come piccole fiaccole di luce e di speranza che hanno rischiarato una notte di tenebre. Al contempo, non possiamo coprire con una coltre di oblio i nomi, gli autori, i responsabili di tante efferatezze. In Italia, sotto il regime fascista, la persecuzione dei cittadini italiani ebrei non fu, come a qualcuno ancora piace pensare, all’acqua di rose. Fu feroce e spietata. E la metà degli ebrei italiani, deportati nei campi di sterminio, fu catturata e avviata alla deportazione dai fascisti, senza il diretto intervento o specifica richiesta dei soldati tedeschi. Tra il carnefice e la vittima non può esserci mai una memoria condivisa. Il perdono esiste: concerne la singola persona offesa. Ma non può essere inteso come un colpo di spugna sul passato. La memoria delle vittime innocenti di quelle atrocità è patrimonio dell’intera nazione, che va onorato, preservato e trasmesso alle nuove generazioni perché non avvengano mai più quegli orrori”.

    “Per fare davvero i conti con la Shoah, allora, – ha concluso Matatrella – non dobbiamo più rivolgere lo sguardo soltanto al passato. Perché il virus della discriminazione, dell’odio, della sopraffazione, del razzismo non è confinato in una isolata dimensione storica, ma attiene strettamente ai comportamenti dell’uomo. E debellarlo riguarda il destino stesso del genere umano.”

    Erano presenti il Presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, la Presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, rappresentanti del Governo, del Parlamento, delle Associazioni degli ex internati e deportati, della Comunita’ ebraica, e autorita’ politiche, civili e militari. Prima della cerimonia sono stati premiati i vincitori del  Concorso nazionale promosso dal Ministero dell’Istruzione “I giovani ricordano la Shoah”. Nell’occasione della premiazione  sono intervenute la Presidente dell’UCEI, Noemi Di Segni, e la  Ministra Lucia Azzolina.     

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