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    Polmonite causa 11.000 morti l’anno, prevenirla è possibile

    Fiato corto,
    dolore al petto, febbre alta e tosse. Sono questi i sintomi della polmonite,
    malattia che ogni anno provoca la morte di circa 11.000 persone in Italia,
    soprattutto anziani ed è la prima causa di morte per malattie infettive nei Paesi
    occidentali. Il vaccino che permette di proteggersi dalla causa più frequente
    di questa malattia, ovvero il batterio Pneumococco, è gratuito dallo scorso
    anno in Italia per tutte le persone di 65 anni. Ma pochi ancora sono gli
    anziani che lo sanno e pochissimi quelli che lo fanno. Circa un quarto dei
    ricoverati in ospedale con polmonite, secondo uno studio apparso su Lancet,
    sviluppa complicazioni cardiache e aumenta così del 60% la mortalità a breve
    termine. A questo si aggiunge il rischio di meningite e sepsi. “Inoltre, anche
    una volta superata la fase acuta della malattia, le conseguenze possono
    continuare con una tendenza a sviluppare dispnea, o respirazione
    difficoltosa”, spiega Michele Conversano, presidente di HappyAgeing,
    Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo, e già presidente della Società
    Italiana di Igiene. “Manca però negli italiani la consapevolezza del
    rischio e sopratutto la consapevolezza che questo rischio può essere evitato”.
    Tra le polmoniti, le più frequenti sono quelle di origine batterica che
    derivano dallo Streptococcus pneumoniae, meglio noto come pneumococco. E
    proprio contro queste esiste un vaccino che, a partire dallo scorso anno, è
    offerto gratuitamente a tutte le persone che compiono 65 anni. “Basta
    effettuarlo una volta per esser protetti tutta la vita – spiega l’esperto – e può
    essere fatto contestualmente o meno a quello antinfluenzale. Un motivo in più per
    vaccinarsi è che proprio lo pneumococco è un batterio che ha sviluppato
    particolare resistenza agli antibiotici. Quindi la terapia può essere molto
    lunga e complessa”. 

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