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    Quando la matematica si piegò al regime fascista, con qualche eccezione. Convegno a Roma

    Il Centro Bibliografico “Tullia Zevi” ha ospitato un convegno di matematici e studiosi accademici provenienti da diverse regioni d’Italia per discutere, analizzare e raccontare le storie di alcuni studiosi durante il ventennio fascista ed il comportamento dei vari istituti e delle università, e dei loro esponenti, in relazione al radicale cambiamento politico attuato, dal regime, nell’ambito dell’istruzione. 

    Con la salita al potere di Mussolini e con la promulgazione, nel 1925, delle “Leggi Fascistissime” era stato avviato il processo di “Fascistizzazione” di tutti i settori della società tra cui la stampa, l’educazione fisica con la nascita dell’Opera Nazionale Balilla, fino ad attuare anche delle modifiche in merito al settore dell’istruzione, dal più basso ad il più alto grado. 

    Il 29 marzo 1925 venne organizzato a Bologna il “convegno per le istituzioni fasciste di cultura”, che portò alla nascita dell’Istituto Nazionale Fascista di Cultura ed alla pubblicazione, il 21 aprile 1925, del “Manifesto degli intellettuali fascisti” di Giovanni Gentile, al quale si opporrà quello degli “Intellettuali Antifascisti” di Benedetto Croce, pubblicato il primo maggio dello stesso anno. 

    Nelle scuole l’influenza politica del fascismo fu molto forte, tanto che tra le pagine dei libri di matematica furono inseriti simboli ed immagini in riferimento al fascismo tra cui le camicie nere, il fascio littorio, i balilla. I semplici problemi di matematica erano stati adattati alla sfera politica e contenevano problemi come “Nel cortile della scuola vi sono adunati 24 balilla. Il comandante ordina di mettersi in riga per 3 per marciare. Quante terziglie sono in marcia?”. Ma non solo, furono inseriti esercizi di matematica a carattere politico che intendevano sottolineare le “giuste motivazioni” delle campagne militari dell’Italia o delle sue opere di “civilizzazione”. Si puntò molto alla strumentalizzazione dei giovani, perché semplici da manipolare. 

    Si potrebbe fare un’analisi del perché proprio la matematica sia stata utilizzata come mezzo propagandistico. Forse perché è una scienza esatta, e quindi si voleva indurre a pensare che i principi del fascismo fossero giustificabili e dimostrabili, proprio come i principi della matematica? 

    La scienza usata ai fini propagandistici verrà rinnovata, più avanti col tempo, con la pubblicazione della rivista pseudo-scientifica “La difesa della Razza” di Giorgio Almirante, che si proponeva di giustificare attraverso la –pseudo-scienza il concetto di razza. L’articolo 18 del Regio Decreto del 1931 impose ai professori di ruolo e a quelli incaricati negli istituti di istruzione superiore di giurare piena fedeltà al regime, cosa che pochi docenti non accettarono di fare, e, nel 1938, la pubblicazione delle leggi razziali impedì ai professori ebrei di insegnare nelle università ed ai studenti ebrei di frequentare le scuole. 

    Durante l’evento è stato analizzato, anche, come l’Università Matematica Italiana, l’UMI, non abbia reagito alle scelte del regime e come abbia radiato ventidue docenti di nota importanza come Vito Volterra, Guido Castelnuovo, Beniamino Segre, Fubini e Tullio Levi Civita, il quale venne cacciato da Francesco Severi dalla rivista “Annali di Matematica Pura e Applicata”. Scriveva la Commissione Scientifica dell’UMI:” La scuola matematica italiana, che ha acquistato vasta rinomanza in tutto il mondo scientifico, è quasi totalmente creazione di razza italica (ariana). Essa, anche dopo le eliminazioni di alcuni cultori di razza ebraica, ha conservato scienziati che, per numero e qualità, bastano a mantenere elevatissimo, di fronte all’estero, il tono della scienza matematica italiana”.

    Tra i matematici più importanti è stato ricordato anche Renato Caccioppoli, soprannominato dai napoletani “o genio”, che oltre ad essere un grande studioso fu anche fortemente antifascista. Nel maggio del ’38 tenne un discorso contro Hitler e Mussolini, poi pagò un’orchestrina per cantare in un locale “la Marsigliese”, il canto della libertà, e venne arrestato per opposizione al Regime. Riuscì ad uscire dal carcere grazie alla zia, docente di chimica presso l’Università di Napoli, la quale riuscì a convincere le autorità della incapacità di intendere e di volere del nipote. Rimase famoso anche per aver passeggiato per le strade di Napoli con un gallo al guinzaglio, in segno di protesta verso un divieto che vietava alle persone di passeggiare con cani di piccola taglia in giro per le strade della città.

    Il convegno – che è stato organizzato dalla Società Italiana di Scienze Matematiche e Fisiche ‘Mathesis’ e dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha visto come relatori professori ed esperti di materie matematiche: Ferruccio Diozzi, Presidente Amici di Città della Scienza; Emilia Di Lorenzo, Professore Ordinario di Metodi Matematici applicati all’economia Università degli Studi di Napoli, Federico II; Atalia Del Bene, Docente di Matematica e Fisica Liceo Classico A. Pansini di Napoli; Domenica Di Sorbo, Dirigente MIUR; Elisabetta Lorenzetti, Presidente Mathesis Nazionale; Francesco de Giovanni, Professore Ordinario di Algebra, Università degli Studi di Napoli, Federico II; Antonio Salmeri, Direttore della Rivista “Euclide. Giornale di matematica per i giovani”; Ernesto Paolozzi, Docente di Storia della Filosofia contemporanea Università degli Studi di Napoli, Suor Orsola Benincasa; Mauro Palma,  matematico, giurista, presidente di Antigone e referente per l’enciclopedia Treccani, e Carla Degli Esposti, biografa di Emma Castelnuovo, che hanno sostituito gli assenti Ernesto Paolozzi e Domenica Di Sorbo.

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