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    Terrore bus: nessun pentimento da Sy, spero messaggio arrivi

    Non si è pentito Ouesseynou Sy di aver sequestrato un autobus a Crema con a bordo una scolaresca, cospargendolo poi di benzina e forzando un posto di blocco per arrivare a Linate. Anzi, la sua speranza è che il “segnale” che voleva dare sia arrivato in Africa: ovvero non partire. Lo spiega con lucidità a chi lo vede nel carcere di San Vittore dove è stato portato nella notte. Ha passato la notte insonne ma dice, a quanto riferito all’ANSA da chi lo ha visto dopo il suo colloquio con il medico e con gli educatori, di non essere stanco. “L’Africa – dice – è stata colonizzata. L’Europa si approfitta dell’Africa, decide per l’Africa, mette governi comodi per l’Occidente”. Sy fa l’esempio del franco Cfa, moneta stampata in Francia ed utilizzata in 14 Paesi africani, portando a testimonianza anche le critiche di Di Battista e di Di Maio. “L’ho fatto per dare un segnale all’Africa – ripete – perché restino in Africa e non ci siano più morti in mare. Spero che il segnale sia arrivato e che in Europa vincano le destre, così non li fanno più arrivare”.

    Altri elementi si aggiungono intanto al quadro che descrive la premeditazione con cui Ousseynou Sy ha organizzato il dirottamento del bus con a bordo 51 ragazzini ieri a San Donato Milanese: arrivato a Pantigliate l’autista ha coperto i vetri davanti del bus con delle lenzuola nere, forse per impedire ai ragazzi di capire dove fossero. Anche di questo materiale si era munito la mattina prima di mettersi alla guida del mezzo con il quale avrebbe dovuto portare dalla palestra alla scuola gli allievi. Inoltre aveva rimosso dalla vettura tutti i martelletti frangivetro con i quali i ragazzi avrebbero potuto provare a rompere i vetri e scappare. I dettagli emergono dal racconto di alcuni testimoni e anche da quello dei primi carabinieri che sono arrivati sul posto, appartenenti al nucleo radiomobile di San Donato. In pochi secondi gli operatori hanno dovuto fare una scelta, hanno bloccato il bus e hanno fatto scendere i ragazzi dal retro. Tutto questo mentre Sy aveva in mano due accendini e minacciava i carabinieri che se lo avessero toccato avrebbe dato fuoco a tutto. E cosi’ ha fatto poco dopo. I militari hanno dovuto tirare fuori dal bus, che era gia’ divorato dalle fiamme anche lo stesso attentatore. Il carabiniere scelto Aldo Leone della stazione di Paullo e’ rimasto lievemente ferito: ha ancora una mano fasciata per una contusione. 

    Traumatiche e terribili le testimonianze di chi si trovava sull’autobus. “Sy ha chiuso le porte del bus con delle catene, non avrei mai pensato una cosa simile. Gli insegnanti sono stati legati e e lui mi ha detto di buttare la benzina sulla tenda e i finestrini e di sequestrare i cellulari. Io ho tenuto acceso il mio, ho fatto il numero della scuola e l’ho lasciato acceso perche’ volevo che dall’altra parte sentissero”. A fornire dettagli drammatici e’ Tiziana M., la bidella a bordo dell’autobus pieno di bambini a cui l’autista senegalese con cittadinanza italiana, Ousseynbou Sy, ha dato fuoco, ieri. “I bambini urlavano, erano in panico – prosegue – io gli dicevo che se stavano tranquilli sarebbe stato meglio. Lui ripeteva frasi sconnesse, non si capiva bene quello che diceva. Ripeteva che voleva andare a Linate, parlava di bambini annegati nel Mediterraneo, mentre non ha mai citato Salvini. Aveva in mano l’accendigas, quando ha visto l’auto dei carabinieri si e’ agitato ancora di piu’. Poi, ho sentito come una bomba nel vetro quando sono intervenuti i carabinieri. Qualcuno mi ha mandato dall’alto il carabiniere che mi ha salvata. La mia paura piu’ grande – conclude – erano i bambini, mi hanno tenuto su il morale e alla fine mio hanno detto che ero stata grande”. 

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