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    Truffatore croato arrestato a Milano: travestito da rabbino rubò un Renoir

    Nedad Jovanovic, 46enne di origine croata, ha iniziato ad accumulare precedenti penali per reati contro il patrimonio già da quando era minorenne, specializzandosi nel tempo nel cosiddetto metodo “rip-deal”. Truffe complesse, lunghe da preparare, in cui serve investire denaro e contare su una squadra di complici capaci, e in cui bisogna essere particolarmente abili nel presentarsi e conquistare la fiducia della vittima, non sempre sprovveduta. Compravendite da milioni di euro che, secondo l’accusa, Jovanovic portava a termine spacciandosi, a seconda dell’interlocutore, come uomo d’affari, facoltoso commerciante d’arte, importante immobiliarista, diplomatico e persino rabbino. Secondo le indagini, il 46enne si presentava vestito in modo impeccabile, con completi griffati e accessori di lusso, a bordo di supercar (come una Ferrari 360 Modena Spider e un Audi A6), e nelle hall dei grandi alberghi o ai tavoli di locali del centro chiudeva “affari” (per lui) con la parlantina sciolta di chi sa di che cosa parla (in più lingue), promettendo al malcapitato, spesso benestante e in cerca di guadagni veloci, cambi di valuta molto favorevoli. Truffe, compiute non solo in Italia ma un po’ dovunque, tanto che nel 2007, Jovanovic era stato segnalato dall’Interpol per quattro truffe rip-deal commesse in Germania, Svizzera e in Austria, dove si era presentato con il nome di un fantomatico “Claudio Moro”. La Questura ha ricostruito che l’ultima volta che era stato beccato e denunciato per truffa aggravata in concorso dagli investigatori della squadra mobile di Milano è stato nel dicembre scorso 2019, quando era riuscito a imposessarsi di un diamante da oltre tre milioni di euro, consegnando al venditore nella hall di un albergo un borsone colmo di mazzette da 200 euro in contanti, di cui solo una piccolissima parte erano però veri. Appena l’anno prima era finito in manette per furto aggravato e sostituzione di persona per aver sottratto due importantissime opere d’arte (olio su tavola raffigurante la “Sacra famiglia” di Peter Paul Rubens e olio su tela raffigurante “La Fanciulla Sul Prato” di Pierre Auguste Renoir), valutate 26 milioni di euro. La polizia ha raccontato che per compiere la sua ennesima impresa criminale si era spacciato per un rabbino israeliano rappresentante della comunità ebraica milanese, incontrando i venditori nei locali di un’agenzia immobiliare adiacente ad un Consolato di un Paese straniero a Milano, facendogli credere che quelle stanze facessero parte della sede diplomatica. Dopo avergli fatto depositare i preziosissimi quadri in un locale del presunto Consolato, ha accompagnato le vittime in un’altra stanza e con una scusa si è allontanato rubando i quadri, che erano stati poi recuperati in un campo nomadi di Collegno, nel Torinese . Nel 2002, nel corso di una (falsa) trattativa per l’acquisto di un immobile in Austria (avviata utilizzando un fax intestato ad una nota società di investimenti, totalmente all’oscuro) aveva consegnato al proprietario austriaco una caparra di ben 500mila franchi svizzeri (in biglietti da mille naturalmente contraffatti) chiedendogli contestualmente in cambio 90mila euro in contanti. L’uomo lo aveva accontentato e il falso acquirente era sparito con i soldi. Ora le indagini patrimoniali svolte dalla Divisione anticrimine della questura meneghina hanno consentito di sequestrargli beni per un valore superiore a due milioni di euro. Si tratta di un appartamento di 8 vani, con box auto, a Trezzano sul Naviglio (Milano) dove vive con la moglie con precedenti di polizia e tre delle sue cinque figlie (tre delle quali già note alle forze dell’ordine), un appartamento di 4 locali con box auto a Sedriano (Milano), una Mercedes Classe A AMG e diversi gioielli, bracciali con diamanti e anelli in oro, tra cui un braccialetto “tennis” con 210 diamanti. Infine i poliziotti stanno ancora quantificando il saldo effettivo di diversi rapporti bancari. Nella cantina dell’abitazione di Sedriano, è stata trovata anche una macchinetta contasoldi e una banconota da 100euro “fac-simile”. Oltre al sequestro, la questura meneghina ha chiesto per Jovanovic la sorveglianza speciale ed è al momento in attesa di una decisione da parte dell’autorità giudiziaria. (Askanews)

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