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    Veneto. Comune di Schio dice no alle pietre d’inciampo in memoria dei deportati. "Portano odio e divisioni"

    Le pietre di inciampo posizionate per ricordare i deportati e le vittime dei lager nazisti “rischiano di portare di nuovo odio e divisioni”. Per questo, secondo le parole di Alberto Bertoldo di “Noi Cittadini”, lista di maggioranza di centrodestra secondo quanto riportato oggi dal Giornale di Vicenza, e’ stata bocciata una mozione del Partito Democratico (la Lega si è astenuta) che chiedeva di ricordare le vittime delle persecuzioni naziste.

    “Lasciamo che le vittime – ha dichiarato Bertoldo – riposino in pace”. Renzo Sella, dello stesso gruppo consiliare, ha aggiunto: “Come possiamo pensare di ricordare solamente qualcuno, a discapito di altri?”.

    La polemica, nata all’interno del Consiglio comunale di Schio (Vicenza), ha preso rapidamente dimensioni nazionali. Intervenuto nel dibattito anche il governatore del Veneto Luca Zaia. “E’ imbarazzante anche solo sapere che si debba andare a un voto per decidere se mettere o no il ricordo di un deportato o di una vittima della Shoah, e trovo assolutamente ingiustificata la posizione assunta a Schio – ha scritto nella sua pagina Facebook – In generale la preoccupazione di oggi e’ il negazionismo strisciante che corre in rete e non solo, con qualche idiota che si ostina a negare l’Olocausto, che e’ da condannare senza indugi, cosi’ come senza indugi si deve dire si’ alle pietre d’inciampo. Anzi, e’ assurdo che per apporre un quadratino di 10 centimetri con il nome di una vittima dell’olocausto si debba arrivare a una autorizzazione formale. Deve essere automatico. Chi la desidera la mette. Punto e basta”. 

    Il presidente della Comunità ebraica di Venezia, Paolo Gnignati, ha scritto una lettera al presidente del Veneto, Luca Zaia, dopo che quest’ultimo ha portato la sua solidarietà in seguito al divieto della posa di ‘Pietre d’inciampo’ nel centro di Schio. “Egregio Presidente, le pietre di inciampo sono un simbolo della memoria. In tutta Europa ne sono state sistemate oltre 70 mila. E ognuna di esse ricorda l’ultima residenza nota di chi non è più tornato perché assassinato nei lager nazisti. Le Pietre ricordano ebreifiniti nelle camere a gas, perseguitati politici assassinati; religiosi di ogni confessione uccisi perché portatori di una parola di pace; adulti, uomini e donne, bambini, neonati. Le pietre d’inciampo sono la testimonianza viva, presente, indispensabile per commemorare la SHOAH. Le pietre di inciampo sono un monito per tutti noi. Le Pietre d’inciampo sono la nostra storia”. 

    “Quanto è accaduto a Schio, il modo con il quale si è voluto dire no alla loro posa non solo ci amareggia, ma ci offende profondamente così come non può che suscitare disagio e apprensione – sottolinea Gnignati- Egregio Presidente, cogliamo positivamente e con attenzione, le sue parole e la ringraziamo per la sua immediata presa di posizione senza indugi. La Comunità Ebraica è quanto mai consapevole dell’importanza di una memoria condivisa e farà sempre di tutto per raggiungere questo obiettivo. Ringraziamo lei e tutti quei cittadini che in queste ore stanno dimostrando il loro sgomento e la loro incredulità di fronte alle notizie che ci giungono da Schio”.

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