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    80 anni fa inizia lo sterminio di massa degli ebrei a Chelmno

    80 anni fa iniziò ad operare il campo di sterminio nazista di Chelmno, una piccola cittadina nei pressi di Lodz, in Polonia. Questo luogo fu considerato dai nazisti il prototipo dei campi che furono costruiti successivamente, come quello di Auschwitz-Birkenau.  A Chelmno (Kulmhof in tedesco) le SS misero in atto la strategia dello sterminio di massa, utilizzando il monossido di carbonio per uccidere i deportati.

    Il campo, situato in una tenuta patronale e chiamato dai nazisti il “castello”, era costituito da due aree: una amministrativa, il Reichsgau, che comprendeva una caserma e dei magazzini per raccogliere gli oggetti tolti ai prigionieri, e una nel bosco, il Waldlager, a circa tre chilometri di distanza, dove venivano seppelliti i cadaveri.

    Il lager iniziò le operazioni di sterminio l’8 dicembre del 1941. Gli ebrei deportati, soprattutto tedeschi e polacchi, provenivano dai ghetti limitrofi. Al loro arrivo veniva detto che quel luogo era solo un campo di transito, per essere poi trasferiti ai lavori forzati in altre strutture concentrazionarie. 

    Prima del trasferimento, però, i prigionieri dovevano fare le famigerate ‘docce’: quindi erano costretti a spogliarsi e a consegnare gli oggetti di valore. Poi a gruppi erano condotti all’interno di camion (Gaswagen) e, in soli 10-20 minuti, le vittime erano uccise dalle esalazioni del monossido di carbonio. Non avendo forni crematori, i corpi dei prigionieri erano portati nel bosco e seppelliti in fosse comuni. 

    “Il ruolo svolto da Chelmno nella Shoah è stato fondamentale” ha spiegato lo storico Chris Webb al Times of Israel – “Ad esempio il primo comandante delle SS Herbert Lange è stato un pioniere nello sviluppo di autocarri a gas”. Webb da circa 40 anni compie studi su Chelmno e sui tre campi di sterminio dell’Aktion Reinhard (Operazione Reinhard): Belzec, Sobibor e Treblinka. È noto il suo testo “The Chelmno Death Camp”, scritto insieme ad Arthur Hojan. “L’unica differenza tra Chelmno e i campi dell’Aktion Reinhard è che a Chelmno si utilizzavano camion invece di camere a gas fisse”, ha aggiunto Webb. 

    Nel 1942, per evitare epidemie dovute al processo di decomposizione nelle fosse comuni, i tedeschi decisero di smaltire i corpi in altro modo. Il nazista Paul Blobel fece diversi esperimenti, utilizzando anche esplosivi. Infine si decise di riesumare i cadaveri e di bruciarli in grandi forni a cielo aperto. Nel 1943 il “castello” fu fatto saltare in aria dai tedeschi. L’anno successivo, per pochi mesi, il campo tornò operativo per la liquidazione totale del ghetto di Lodz. Con l’arrivo delle truppe sovietiche, il 17 gennaio del 1945, il luogo di sterminio fu liberato. A Chelmno furono uccisi almeno 172mila ebrei, oltre a 5mila rom e sinti.

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