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    “Sotto l’albero delle giuggiole” di Gila Almagor tra passato e presente una intensa presentazione

    In occasione dell’uscita in Italia del romanzo “Sotto l’albero delle giuggiole” di Gila Almagor, l’editore Acquario ha presentato, a Torino, un programma intenso e d’impatto emotivo che ha unito le passioni dell’autrice: il teatro e lo Stato d’Israele. 


    Gila Almagor, dopo “L’estate di Aviha”, molto apprezzato dal pubblico italiano, offre ai lettori una storia ambientata nel villaggio scuola di Udim nei primi anni Cinquanta. Qui vive un gruppo di giovani, arrivato in Israele da poco. I ragazzi sono soli, orfani, o sopravvissuti alla Shoah; i loro occhi, e la voce della protagonista Aviha, ci accompagnano nella scoperta della fondazione di uno Stato che deve essere interamente costruito: dall’identità, ai valori, dall’educazione dei giovani nelle strutture comunitarie, all’insegnamento della lingua. Gli ospiti dell’istituto hanno conosciuto esperienze estreme e indicibili, molti non ricordano la loro origine, né i nomi dei genitori, quasi tutti sperano di ritrovare un parente, e quasi sempre questa speranza si rivela solo un’illusione. I protagonisti di “Sotto l’albero delle giuggiole” hanno la sola fortuna di essere giovani con l’ostinazione che permette loro di coltivare l’ambizione di rinascita, di una nuova vita. 


    Il grande dibattito sull’accettazione del risarcimento della Germania per i crimini della Shoah, i delicati sentimenti che animano i protagonisti, il prima e il dopo, “il qua e il la – come ha detto Bruno Maida – propongono una storia di memoria e di presente, una oscillazione costante, un desiderio di bellezza universale i ragazzi con un vissuto terribile”.


    Alla presentazione del volume è seguita la prima italiana della pièce teatrale “Il cantante del lager” di Lorenzo Castelluccio e Daria D. Morelli con la fisarmonica di Gian Pietro Marazza. Lo spettacolo ripercorre tra lirica, musica e racconto la storia di Eno Mucchiutti, cantante lirico triestino deportato in Germania nell’estate del 1944, visse undici mesi tra i campi di sterminio di Dachau, Mauthausen, Melk ed Ebensee. Dedicò il resto della sua vita a raccontare alle nuove generazioni gli orrori vissuti, mettendo a disposizione i suoi ricordi e i pochi oggetti simbolo della prigionia, oggi esposti alla Risiera di San Sabba. 


    A fine serata passato e presente si intrecciano con una dedica particolare a Gila Almagor, la Sophia Loren israeliana, la ‘grande dame’ del teatro e del cinema israeliano che oggi, a 83 anni, punta anche con questo nuovo romanzo a lasciare una traccia indelebile.

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