"Gli Stati Uniti di Trump non possono essere gli unici mediatori in Medio Oriente". A dirlo è il presidente palestinese Abu Mazen, secondo cui "l'America non basta più per raggiungere la pace". Intervistato dalla Stampa, afferma di credere nel dialogo diretto con Israele, dice di aver appena tentato il canale dell'Oman e spiega di guardare ad Europa-Russia perché considera l'amministrazione Trump "un ostacolo" per la pace. "Per quanto ci riguarda Israele è ancora una potenza occupante in Palestina, inclusi i Luoghi Santi di Gerusalemme Est, e nessun leader arabo normalizzerà le relazioni con loro fino a quando i nostri diritti non saranno rispettati, inclusa Gerusalemme Est nostra capitale", sottolinea Abu Mazen, secondo cui il negoziato deve partire dalla soluzione dei due Stati. "Non ci sarà nessuna pace regionale possibile - rimarca - senza la fine dell'occupazione israeliana", sulla base dell'iniziativa promossa dai sauditi nel 2002, "che resta sul tavolo come comune posizione araba sulla normalizzazione dei rapporti con Israele". In merito agli Usa, "nel 2017 ho incontrato il presidente Trump quattro volte, si è offerto di mediare fra noi e gli israeliani ma sfortunatamente ha cambiato drasticamente la sua posizione quando ha riconosciuto Gerusalemme unificata come capitale di Israele e vi ha spostato l'ambasciata, affermando che da quel momento Gerusalemme era fuori dal tavolo negoziale", osserva Abu Mazen. "L'amministrazione Usa ha adottato altre misure punitive contro i palestinesi, incluso il taglio di aiuti al governo e all'agenzia Unrwa, e ha chiuso l'ufficio dell'Olp a Washington. Tutto ciò rende impossibile per gli Stati Uniti essere l'unico mediatore", evidenzia il leader palestinese. "Non avremo nulla a che fare con questa amministrazione Usa e non accetteremo da loro nessun piano di pace che viola la legge internazionale e non rispetta il ruolo di mediatore".
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