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    Addio a Martin Adler, il soldato USA che tolse i sigilli del Tempio Maggiore di Roma

    Martin Adler, il soldato ebreo statunitense che il 5 giugno del 1944 partecipò alla liberazione della Sinagoga di Roma dai sigilli imposti dai nazisti, si è spento all’età di novantanove anni. Sono passati quasi due anni da quando il nostro giornale ha seguito il suo ritorno al Tempio maggiore dopo settantasette anni. Un tempo lunghissimo che per Martin sembrava non essere passato mai, tanto da ricordare perfino la sedia su cui si sedette la prima volta che entrò.

     

    Martin è anche il protagonista di una storia celebre in tutto il mondo e raccontata nel libro “I bambini del soldato Adler”, scritto dal giornalista Massimo Incerti, anch’esso recentemente scomparso.

     

    Era l’autunno del 1944 quando, impegnato lungo la Linea Gotica contro l’esercito tedesco, Adler ebbe un incontro rocambolesco che gli cambiò per sempre la vita. Nei pressi di una casa dell’Appennino tosco-emiliano, assieme al suo compagno John Brosky, fu attirato dai rumori provenienti da una grande cesta. Credendo fosse un nascondiglio dei nemici, i due imbracciarono le armi per far fuoco, quando le urla di una donna li fermò. “Bambini, bambini!”.

     

    Mamma Rosa sventò una tragedia, e la gioia di quel momento venne immortalata in una foto in bianco e nero, rimasta chiusa in un cassetto per settant’anni. Fino a quando Martin decise di pubblicarla sul web per tentare di ritrovare quei bambini ormai cresciuti. Fu li che Matteo Incerti la intercettò, per poi condividerla su un quotidiano locale. Una mossa vincente: grazie a quella scelta e all’aiuto dei Social Network, il soldato riuscì a rincontrare quei non-più bambini a Bologna. Poi la visita a Roma, con l’emozionante incontro nella Comunità ebraica, per ripercorrere la sua storia.

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