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    All’asta il Bronzino trafugato dai nazisti. Il ricavato ai sopravvissuti alla Shoah

    Un ritratto, solo recentemente attribuito all’artista rinascimentale Agnolo Bronzino, verrà messo all’asta il prossimo gennaio. Il dipinto è una delle innumerevoli opere d’arte che furono trafugate dal regime nazista ai danni dei cittadini ebrei europei. 

    Solo recentemente il dipinto del 1527 è stato restituito dal governo tedesco agli eredi della collezionista d’arte ebrea Isle Hesselberger.  Il Ritratto di uomo, rivolto a sinistra, con penna d’oca e foglio di carta, sarà offerto durante un’asta di Old Masters presso Sotheby’s a New York. I proventi, che secondo le stime si aggirano tra i 3 e i 5 milioni di dollari, verranno donati, per volere degli eredi, a Self Help Community Services, che aiuta i sopravvissuti alla Shoah in Nord America, e Lighthouse Guild, un’organizzazione sanitaria ebraica.

    Sotto il regime nazista, Isle Hesselberger fu costretta a vendere le sue proprietà insieme alla sua collezione d’arte e al dipinto, acquistato nel 1927 da un altro collezionista di religione ebraica, Julius Bölher, pensando che questo le avrebbe risparmiato la vita. Ma a nulla servì il denaro versato ai nazisti per costruire il campo di concentramento di Milbertshofen, nel novembre 1941 fu invece deportata in Lituania, dove morì in un campo di concentramento. Sua figlia, sopravvissuta, si trasferì negli Stati Uniti. In seguito il dipinto – destinato al progettato museo di Hitler a Linz, in Austria – fu recuperato dai  “Monuments Men”, unità dell’esercito alleato preposto al salvataggio di opere d’arte trafugate dai nazisti,  e consegnato al governo tedesco post bellico. Prima del suo ritorno alla legittima proprietà degli eredi di Hesselberger a inizio 2022, il dipinto è stato esposto in un edificio federale a Bonn; e successivamente nel palazzo di Stato tedesco a Berlino.

    Tuttavia fino a poco tempo fa, il ritratto è stato attribuito ad artisti minori. Anche la stessa casa d’aste l’aveva attribuito all’artista italiano Jacopino del Conte. Solo recentemente Carlo Falciani, docente di storia dell’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze e curatore di numerose mostre sul XVI secolo, ha riconosciuto la paternità dell’opera ad Agnolo Bronzino come viene riportato dal quotidiano La Repubblica. Secondo il professore potrebbe addirittura trattarsi di un autoritratto dell’artista. “Questo ritratto è una delle più interessanti scoperte recenti relative ad Agnolo Bronzino. È incredibile che un dipinto di questa qualità, vero capolavoro della ritrattistica del XVI secolo, sia rimasto sconosciuto alla comunità scientifica” sostiene Falciani.

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