Andrea Ghez, premio Nobel per la fisica e il suo piccolo legame con la Comunità a Ebraica di Roma

Jonatan Della Rocca | 08-10-2020

Lo scorso 6 Ottobre il Premio Nobel per la Fisica è stato assegnato a tre ricercatori: Roger Penrose, Richard Genzel e Andrea Ghez, grazie a due importanti scoperte relative ai buchi neri: Penrose infatti ha dimostrato che la formazione dei buchi neri è una robusta previsione della teoria della relatività, mentre gli altri due scienziati hanno scoperto un oggetto compatto supermassivo al centro della nostra galassia, il Sagittarius A.

Andrea Ghez, in particolare, è la quarta donna a vincere il Nobel per la Fisica, dopo Marie Curie nel 1903, Maria Goeppert-Mayer nel 1963, e Donna Strickland nel 2018. Ma c’è anche un’altra curiosità su Andrea Ghez, che la lega alla Comunità Ebraica di Roma. Come dimostrano alcuni documenti ritrovati dal Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni nell’Archivio Storico della Comunità Ebraica di Roma, la famiglia della scienziata era iscritta alla Comunità, fino a quando, a causa delle Leggi Razziali, fu costretta ad abbandonare l’Italia.

La nonna paterna di Andrea Ghez era Nella Treves, ebrea originaria di Torino, suo nonno Henri Ghez era un ebreo di famiglia originaria della Tunisia, nato a Roma e divenuto imprenditore.

Nel 1937 sposò Nella, da cui ebbe un figlio Ghilbert, che poi sarebbe diventato il padre di Andrea.

I documenti contenuti all’interno dell’Archivio sono due certificati anagrafici che attestano l’appartenenza alla Comunità Ebraica di Roma di Odette Ghez e Oscar Ghez, fratelli di Henri Ghez, nonno di Andrea, il certificato di Enrico Ghez che risulta tra i contribuenti della Comunità e la dichiarazione della Razza di Odette Ghez, Richard Ghez, Claude Ghez Di Castelnuovo, Gilbert Ghez Di Castelnuovo e Oscar Ghez Di Castelnuovo, dichiarati ebrei residenti a Roma.

“Spero di ispirare altre giovani donne a dedicarsi a questo campo del sapere. La fisica è uno studio che può regalare così tante soddisfazioni e se si è appassionati di scienza, c’è veramente molto da fare”. Ha dichiarato la scienziata insignita del Premio Nobel.