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    ATTENTATORE LONDRA ‘ATTRATTO DA MORTE IN NOME DEL TERRORISMO’

    L’attentatore di Londra, il giovane Sudesh Amman, era uscito di prigione solo pochi giorni fa ed era stato precedentemente notato dalle forze dell’ordine per una sorta di “fascinazione nei confronti dell’idea di morire in nome del terrorismo”. A scriverne è oggi il Guardian, ricostruendo l’episodio dell’attacco di ieri sulla Streatham High Road, nella parte sud di Londra, che ha provocato il ferimento di tre persone. L’uomo, 20 anni, era sotto sorveglianza della polizia al momento dell’attacco: era stato rilasciato dopo aver scontato metà della pena di reclusione di oltre tre anni cui era stato condannato per possesso e distribuzione di materiale estremistico. Rinchiuso in carcere all’età di 18 anni, era stato rilasciato ma considerato abbastanza a rischio da giustificare una sorveglianza speciale della polizia. Alle domande dei giornalisti, una fonte di Whiteall citata dal giornale britannico ha risposto che l’uomo “era sotto sorveglianza, e questo ha consentito alla polizia di fare il proprio lavoro con tanta rapidità. Poteva finire molto peggio. C’erano state preoccupazioni quando era in carcere, ma non vi era nessuna possibilità per nessuna istanza di potere di tenerlo dietro le sbarre”. 

    Il primo ministro Boris Johnson ha dichiarato che il governo annuncerà ulteriori piani per “modifiche fondamentali al sistema di gestione delle persone condannate per reti di terrorismo”. Ha ricordato che il governo ha agito con rapidità per introdurre misure volte a rafforzare la sua risposta al terrorismo, comprese pene detentive più lunghe e più fondi per la polizia, a seguito dell’attacco alla Fishmongers ‘Hall, vicino al London Bridge, a novembre.

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