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    Bernard Krutz, scampato alla Shoah, ritrova l’unica parente ancora in vita

    Bernard Krutz è nato in Polonia in data incerta. Ottant’anni
    circa, fu l’unico della sua famiglia a scampare alla Shoah grazie al
    nascondiglio all’interno di un orfanotrofio, da cui poi venne adottato da una
    famiglia ebraica. Lo stesso orfanotrofio che trascrisse male il suo nome
    originale (Boleg Szczycki) rendendo impossibile ad eventuali parenti di
    cercarlo a guerra finita. Tuttavia, dopo tanti anni ed attraverso un enorme
    processo di ricerca, Krutz si è riunito per la prima volta con una sua parente:
    Esti Kissilov, cugina di cui non sapeva l’esistenza.

    Come riporta il Jerusalem Post, l’incontro è avvenuto giovedì
    scorso a Modiin (Israele), grazie all’instancabile forza della figlia di
    Bernard, Lisa Baron, che ha lavorato costantemente nel tentativo di
    rintracciare qualche familiare scampato alla Shoah. Con l’aiuto di alcune organizzazioni
    ebraiche e degli archivi di Yad Vashem, riuscì a identificare dei parenti. Tra
    questi, la zia di Bernard – sorella del padre, sopravvissuta
    alla Shoah – che nel 1956 aveva dato testimonianza al memoriale sul destino
    della propria famiglia, compresa quella di Bernard, che credeva completamente
    assassinata.

    Il prosieguo delle ricerche escluse diversi candidati, ma
    portò a rintracciare Esti Kissilov, considerata un valido abbinamento. Fatta
    richiesta di verifica, Esti accettò di fare il test del DNA. Risultato
    positivo, con enorme gioia, Bernard e Lisa portarono a compimento la propria
    missione di ricerca, scoprendo di avere una parente stretta in Israele.

    Tuttavia, l’incontro tra i due è stato ostacolato dalle
    restrizioni COVID-19 che limitavano l’ingresso in Israele. Il rabbino Dov
    Lipman e la sua organizzazione “Yad L’Olim”, con l’aiuto del direttore di Yad
    Vashem Dani Dayan, hanno lavorato per diverse settimane al fine di ottenere un’esenzione
    per Bernard per motivi umanitari, riuscendo infine ad organizzare l’incontro.

    “Volevo trovare un membro della famiglia. Mio ​​padre non era
    così entusiasta, non voleva essere deluso, ma ho gli detto ‘devi sapere chi sei
    e cosa è successo alla tua famiglia’ – racconta Lisa – Non avrei mai immaginato
    che avremmo trovato un parente così stretto”.

    Un incontro commovente, in cui Bernard ha potuto guardare
    negli occhi una propria familiare per la prima volta nella sua vita. “Ha
    cercato di vedere se assomigliasse ai suoi genitori” ha aggiunto la
    figlia.

    “Nell’anno e mezzo in cui ho aiutato gli Olìm a ottenere
    l’ingresso in Israele, questo è stato uno dei momenti più significativi – ha
    detto il Rabbino Lipman – Ammiro la determinazione di Lisa nell’aiutare suo
    padre a trovare un parente biologico. Sono onorato di aver aiutato affinché ci
    fosse questo incontro”.

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