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SPECIALE PESACH 5784

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    Cinema: la disobbedienza di una donna qualsiasi

    Tratto dal romanzo di esordio di Naomi Alderman, Disobedience è diretto dal regista di Gloria e Una donna fantastica, Sebastian Lelio e ha come protagonisti Rachel
    Weisz, Rachel McAdams e Alessandro Nivola.

    Come nel libro originale, Ronit, la protagonista è la figlia
    di un rabbino ortodosso londinese che viene raggiunta a New York dalla morte
    del padre e decide di tornare a casa per rendere omaggio al genitore. Ma se nel
    libro pubblicato più di dieci anni fa, la ragazza era una broker di Wall Street alle prese con una relazione con il suo capo,
    qui il personaggio interpretato da Rachel Weisz è una fotografa che tornata in Inghilterra
    scopre che Esti, la ragazza con cui ha avuto una relazione anni prima, si è
    sposata con suo cugino Dovid. I tre, una volta ragazzi inseparabili, si
    rincontrano adulti separati da segreti, rimorsi e bugie, sullo sfondo del lutto
    per il grande uomo scomparso.

    La passione tra le due donne potrebbe tornare, con il
    rischio di disintegrare quanto marito e moglie hanno costruito faticosamente
    negli anni? Cosa è rimasto del passato per Ronit, altera e insofferente delle
    regole che preservano la comunità da cui proviene?

    Sensuale ed elegante, Disobedience
    è un film interessante e introspettivo, che racconta la storia di un amore tra
    due donne, difficile da lasciare assopire, a dispetto del tempo trascorso. Asciutto
    ed essenziale, il racconto del cileno Lelio soffre del fatto che la comunità
    ortodossa londinese diventi solo uno sfondo con delle regole: l’ebraismo non
    viene approfondito e i personaggi, tutti ‘buoni’ e poco controversi, si
    comportano con fair play e compassione.

    Insomma, un film interessante e piacevole che lascia, però, perplessi
    riguardo al fatto che Ronit diventi ‘una donna qualsiasi’ e che la sua
    ribellione e disobbedienza nei confronti del padre sembri essere più di maniera
    che sostanziale.

    L’occasione della passione erotica proibita tra due ebree
    ortodosse sembra prendere il sopravvento rispetto al racconto di persone che
    fanno scelte differenti rispetto al mondo da cui provengono. Indebolendo così
    il racconto delle sue peculiarità, perché se Ronit fosse stata musulmana o
    proveniente da una qualsiasi piccola comunità, il racconto sarebbe cambiato
    poco nei toni e nei contenuti.

    Ad ogni modo un film interessante impreziosito dal carisma
    dei suoi protagonisti e dalla regia misurata e non senza momenti brillanti di Lelio.

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