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    CORONAVIRUS: OLTRE MILLE PELLEGRINI EBREI BLOCCATI A CONFINE UCRAINA-BIELORUSSIA

    Oltre mille pellegrini ebrei ultraortodossi, in gran parte israeliani, sono bloccati alla frontiera fra Bielorussia e Ucraina, dopo che le autorità di Kiev hanno negato loro l’ingresso a causa delle restrizioni per il coronavirus. I ‘hasidim’, fra cui intere famiglie con bambini, intendono recarsi nella città ucraina di Uman, dove è sepolto il venerato rabbino Nachman, morto nel 1810. Il pellegrinaggio si svolge tutti gli anni per la festa di Rosh Hashanah, il capodanno ebraico, che inizia al tramonto di venerdì. Negli anni scorsi arrivavano fino a 30mila pellegrini del gruppo hassidico Bratslav, fondato da Nachman. L’evento preoccupa da tempo il governo israeliano, con lo ‘zar del coronavirus’ Ronni Gamzu che in agosto si è rivolto al presidente ucraino Volodymyr Zelensky esortandolo a prendere provvedimenti. Kiev ha chiuso le frontiere ma, malgrado non vi siano al momento voli diretti fra Israelee l’Ucraina, molti sono partiti lo stesso attraverso paesi terzi. I pellegrini sono ammassati a ridosso del posto di confine ucraino di Novi Yarylovychi, vicino la regione settentrionale di Chernihiv. Le guardie di confine di Kiev riferiscono che la situazione “rimane sotto controllo” e hanno diffuso un video con ultraortodossi raccolti in preghiera davanti ad una barriera umana di agenti muniti di scudi e mascherine, nella terra di nessuno fra Bielorussia e Ucraina. La Croce rossa ha fornito tende, acqua e altri generi di conforto ai pellegrini che rifiutano di lasciare l’area. L’agenzia stampa bielorussa BelTa ha riferito che sono 1064 i cittadini israeliani che hanno attraversato il posto di confine bielorusso di Novaya Guta fra il 14 e il 16 settembre diretti verso l’Ucraina. Il pellegrinaggio ad Uman è diventato uno dei principali motivi di tensione fra le autoritarie sanitarie israeliane e le comunità ultraortodosse, dove vi è una crescente insofferenza per le regole di contenimento anti coronavirus ma anche un maggior numero di casi positivi. Fra i fedeli partiti per l’Ucraina, in aperta sfida al governo, vi sono anche i sindaci di Elad e Beitar Ilit, due città ultraortodosse sottoposte a coprifuoco notturno per l’alta incidenza di contagi, scrive Times of Israel. Entrambi sono fra i firmatari di una lettera di protesta scritta al primo ministro israeliano Benyamin Netanyhu, accusato di additare gli ultraortodossi come “nemici del popolo” che diffondono il virus. Venerdì scatta in tutto Israele un lockdown di tre settimane per contenere l’epidemia, un periodo che coincide con importanti festività religiose. Il ministro per l’edilizia abitativa, l’ultraortodosso Yaakov Litzman si è dimesso per protesta contro il provvedimento che impedirà riunioni di famiglia allargate e limiterà la preghiera in pubblico. (Civ/Adnkronos) 

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