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    Elezioni Usa: vince la radicalizzazione delle aree estremiste dei due schieramenti

    Ciò che ha caratterizzato l’ultima tornata elettorale negli Stati Uniti, oltre all’aspro faccia a faccia tra il Presidente Donald J. Trump e l’ormai Presidente Eletto Joe Biden, è stata la forte polarizzazione che dalla vittoria di The Donald nel 2016 è sempre più evidente, e che dopo i Midterms del 2018 è arrivato al culmine. Le ultime elezioni, che hanno registrato la partecipazione più alta di sempre, hanno visto entrambi i candidati ricevere il più alto numero di voti di sempre.

    Ma se da una parte la partecipazione è stata alta, bisogna notare anche che la divisione nel paese è arrivata ad un livello critico, dove le tensioni tra gli elettori Democratici e Repubblicani hanno portato a diversi disordini, come nel caso delle manifestazioni a Charlottesville nel 2017, oppure i diversi cortei organizzati dal Black Lives Matter negli ultimi mesi e le dimostrazioni dei sostenitori di Trump dopo il 3 novembre.

    A livello politico i due partiti da due anni a questa parte stanno vedendo uno spostamento agli estremi della base elettorale. Mentre nel 2018 era evidente l’ascesa dell’ala più radicale del Partito Democratico, in questo caso alle ultime elezioni risulta evidente, oltre alla riconferma della ormai famosa “Squad”, l’arrivo a Capitol Hill di un gruppo di politici che rappresentano l’ala estremista dei conservatori.

    I membri del Congresso americano hanno un mandato di due anni, con la possibilità di ricandidarsi ogni tornata elettorale, e così ha fatto “The Squad”, un gruppo di Rappresentanti del Congresso composto da: Rashida Tlaib, Ilhan Omar, Ayanna Pressley e Alexandria Ocasio-Cortez, che ormai si è affermata come l’astro nascente di questo partito.

    La rielezione di queste quattro donne, desta non poche preoccupazioni soprattutto per gli interessi dello Stato d’Israele. Infatti in questi due anni, numerose sono state le dichiarazioni contro lo stato ebraico, arrivando in certi casi a superare il confine dell’antisemitismo, come nel caso di Rashida Tlaib e di Ilhan Omar, protagonista anche in tempi recenti di tweet contro l’operato dell’esercito israeliano, riportando però una versione distorta della storia.

    La conferma di queste quattro Rappresentanti del Congresso, è sintomo di una base elettorale democratica sempre più lontana dalla linea moderata che ha come rappresentante il neo Presidente Eletto Biden, che per accaparrarsi quella fetta della popolazione più vicina alla “Squad” e al Senatore Bernie Sanders, ha dovuto, come compromesso, far sue alcune delle lotte della sinistra radicale.

    Se da una parte la base elettorale si sta spostando più a sinistra, specularmente la base repubblicana sta abbracciando in maniera sempre più convinta la linea Trumpiana, se non addirittura più a destra ancora.

    L’ultima tornata ha visto eleggere diversi individui controversi, un esempio è Madison Cawthorn. Lui risulta essere il più giovane Rappresentante del Congresso della storia recente e considerato dai repubblicani come un potenziale astro nascente del partito, arrivando a parlare alla Convention questa estate e ad essere invitato nella Sala Ovale dal Presidente Trump.

    La sua candidatura aveva destato non poche preoccupazioni tra gli ebrei del suo distretto in North Carolina, ciò è dovuto ad alcuni contenuti condivisi da Cawthorn in passato. Tra cui delle foto su Instagram con delle didascalie dal contenuto sgradevole, su tutte quelle al Nido dell’Aquila, proprio nella residenza privata di Adolf Hitler, considerate dal ragazzo parte della sua “lista dei desideri”.

    Un altro esempio finito su tutti i media, è quello della Rappresentante della Georgia, Marjorie Taylor Greene, una repubblicana che ha vinto senza troppi dubbi in uno dei distretti più conservatori dello stato della Georgia, che si trova nel Sud degli States.

    La Greene è finita nell’occhio del ciclone in passato per aver posato insieme ad un leader neonazista, Chester Doles, pubblicando la foto anche sui social. Se non bastasse, come scoperto dalla rivista Jewish Insider, la politica conservatrice ha promosso la teoria della cospirazione QAnon, una complessa narrativa su un gruppo di persone potenti, il fantomatico Deep State, che lavorano per abbattere il presidente Trump e che gestisce anche un giro internazionale di traffico sessuale minorile. La rivista ha scoperto nel 2018 un sito web risalente a QAnon firmato dalla Greene, che accusava Soros e la famiglia Rothschild di essere coinvolti nella cospirazione. Attorno la teoria complottistica di QAnon, si è creato un vero e proprio movimento che sta preoccupando, e non poco, la Homeland Security e la FBI.

    L’estremizzazione sia a destra che a sinistra dovrebbe preoccupare e non poco. Nell’occhio del ciclone di questa nuova classe dirigente di politici, stanno finendo sempre più spesso Israele e gli ebrei.

    Ciò che ha portato a questa situazione è la profonda divisione che si è creata nella società statunitense e che molto probabilmente la presidenza, a tratti divisiva, di Trump, ha accentuato, portando i cittadini a cercare la soluzione nelle frange più estreme della politica.

    Biden nel suo discorso di sabato sera si è soffermato sul fatto che il suo obiettivo primario sarà riunire l’America, riuscirà nella sua impresa? Ai posteri l’ardua sentenza.

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