Skip to main content

SPECIALE PESACH 5784

Scarica il Lunario 5784

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati

    Il magistrato Iappelli impugna la decisione del governo Draghi sul risarcimento delle vittime delle deportazioni

    Pignorare
    i palazzi di proprietà della Germania a Roma per risarcire le vittime del Terzo
    Reich che hanno vinto i processi.
    Il
    magistrato del Tribunale Civile, Miriam Iappelli, come riporta il quotidiano La
    Repubblica
    , ha impugnato la decisione del governo Draghi, mirando agli
    immobili tedeschi a Roma, nel caso in cui la Germania non provvedesse al
    risarcimento:
    il Goethe
    Institut, l’Istituto storico germanico, la Scuola germanica e l’Istituto
    archeologico tedesco.

    Sulla questione
    degli indennizzi, il governo italiano 
    con il decreto-legge
    n 36 del 30 aprile 2022 ha stabilito che
    la Germania non deve risarcire le vittime italiane del Terzo Reich. Per
    questo l’esecutivo guidato da Draghi è intervenuto con un ‘fondo ristoro’ di 20milioni
    di euro per le famiglie delle vittime, togliendo loro, però, la possibilità
    di intentare nuovi processi contro Berlino o di procedere all’eventuale pignoramento di proprietà immobiliari tedesche in Italia: “le procedure esecutive non
    possono essere iniziate o proseguite e i giudizi di esecuzione, eventualmente
    intrapresi, sono estinti”.

    Secondo il giudice
    Iappelli “i creditori, cui la Corte
    Costituzionale ha riconosciuto il diritto a vedere accertata dinanzi a un
    giudice italiano la lesione dei diritti inviolabili della persona, compiuti sul
    territorio italiano dalle forze del Terzo Reich, subirebbero (in ragione del
    decreto legge, ndr) la soppressione del loro diritto di procedere ad esecuzione
    forzata in ragione dei titoli di condanna ottenuti”. “Il legislatore
    sembra aver creato (…) uno sbilanciamento a favore della parte esecutata del
    presente procedimento, esentando la Germania dagli effetti pregiudizievoli
    della condanna”. “Questo squilibrio fra le parti processuali –
    prosegue il magistrato – non trova un contrappeso nella costituzione di un
    fondo di ristoro”. E infine: La Germania “sarebbe l’unico Stato sovrano
    dell’Unione Europea che potrebbe sottrarsi dall’esecuzione forzata di titoli di
    condanna in suo danno per la lesione di diritti inviolabili della
    persona”.

    Il giudice ha
    sollevato il caso dopo i processi vinti dai figli di Giorgio Angelantonio,
    deportato a Dachau, e dagli eredi del partigiano Gualberto Cavallina, vittima
    dei nazisti. 

    Ora la
    decisione spetta alla Corte Costituzionale.



    CONDIVIDI SU: