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    Il progetto di riforma giudiziaria di Herzog – Una mossa per sbloccare la situazione politica in Israele

    Un passo in avanti


    Ieri sera il Presidente dello Stato di Israele Itshak Herzog ha presentato ufficialmente in un discorso televisivo e nei dettagli in un’apposita pagina web la sua proposta di compromesso per la riforma della giustizia, che divide profondamente il paese. Ciò che ha motivato la riforma è la necessità di riequilibrare i poteri del settore giudiziario dello stato (in particolare Corte Suprema e Procuratore generale) che si sono molto espansi negli ultimi decenni, configurando una sorta di super-governo che ha l’ultima parola su tutte le scelte politiche fondamentali e anche sulle minori,  e il principio per cui le scelte fondamentali della politica appartengono al popolo e dunque alla maggioranza parlamentare che risulta dalle elezioni. Dall’altro lato vi deve essere un altrettanto necessaria tutela dei diritti delle minoranze dalla possibilità di una “dittatura della maggioranza” e a sua garanzia l’indipendenza della magistratura. Contro i progetti di legge presentati dal governo Netanyahu vi sono state grandi manifestazioni e anche azioni di disturbo ai limiti della legalità; ma a tutti gli osservatori più avveduti è chiaro che in maniera più o meno sotterranea sono necessarie (e probabilmente si stanno già svolgendo) delle trattative per trovare una soluzione della questione accettabile a tutti i partiti principali. Ogni discorso di “guerra civile”, “colpo di stato” ecc. fa parte del livello propagandistico della politica, che in Israele è ben presente. Ma certamente vi è anche la volontà da parte dell’opposizione di utilizzare questa  mobilitazione per rovesciare il governo e arrivare a nuove elezioni che cancellino la sconfitta subita sei mesi fa.


     


    Il progetto di Herzog


    Il presidente di Israele ha scelto di uscire dalla posizione di stretta neutralità notarile che in Israele è connaturato al suo ruolo e di fare una proposta politica per sbloccare la situazione. Il suo progetto avrebbe dovuto basarsi su discussioni con membri della coalizione e varie figure di sinistra, anche se ufficialmente i laburisti e il partito di Lapid non hanno partecipato poiché si rifiutano di negoziare fin che la maggioranza non rinuncia alla propria iniziativa legislativa. E però si tratta di una proposta che si allinea soprattutto con le esigenze dell’opposizione. Vediamo i punti più importanti.


     


    Il comitato di selezione dei giudici della Corte Suprema


    Fino ad ora, il principale punto critico nelle discussioni sulla riforma è che la maggioranza  vuole allinearsi con la maggior parte degli altri paesi democratici, assegnando agli eletti (il Parlamento, in certi paesi il Presidente) la selezione dei giudici della corte suprema, mentre la sinistra vuole mantenere la situazione in cui questi giudici hanno l’influenza più importante su chi debba loro succedere, perpetuando così la loro ideologia. La proposta di Herzog non dà la maggioranza del comitato ai parlamentari eletti nella coalizione di governo. Secondo il progetto i giudici dovranno essere votati da 7 degli 11 membri di questo comitato, che devono includere almeno uno dei giudici della corte suprema che faranno parte del comitato, il che dà loro un diritto di veto sui nuovi giudici.


     


    I poteri del procuratore generale


    Un altro punto è il potere dei funzionari non eletti e non necessariamente nominati del governo in carica che attualmente affiancano i rappresentanti politici a tutti i livelli, col potere di ammettere o meno le decisioni politiche e nel caso del procuratore generale, anche di processare deputati e decidere l’incapacità dei ministri e del premier. Il procuratore generale e i consulenti legali dei vari organi costituzionali nel progetto continuano ad avere l’ultima parola sui ministri eletti e sui parlamentari, e non hanno un ruolo solo consultivo come vorrebbe la coalizione. Essi potranno essere rimossi solo su decisione di un comitato speciale, di cui il procuratore generale  deve essere membro. Difficile pensare che si licenzi da solo.


     


    L’abrogazione delle leggi


    I giudici potranno nel progetto di Herzog abrogare le leggi della Knesset con una maggioranza di sette membri da un gruppo di soli undici sui quindici che compongono la Corte Suprema; il panel sarà scelto dal presidente della Corte senza alcun vincolo. Gli sarà facile sceglierli secondo il suo orientamento anche se nella Corte ci fosse dissenso. Questa legislatura non sarebbe autorizzata a fare altre leggi riguardanti i giudici. Non si parla nel progetto della possibilità per il parlamento di superare con un voto l’abrogazione della corte suprema, una possibilità che è parte importante del programma governativo.


     


    L’opposizione della maggioranza al progetto


    È insomma evidente che la proposta di Herzog appare allineata piuttosto con l’opposizione che col governo. L’ha detto in maniera assai sarcastica il ministro delle finanze Bezalel Smotrich, bestia nera dell’opposizione e dei media: spero, ha dichiarato, che sia stato un errore tecnico a portare Herzog a pubblicare sul sito web la proposta del presidente della corte suprema Hayut, piuttosto che la mediazione che aveva promesso negli ultimi giorni. Più diplomatico ma altrettanto reciso il primo ministro Netanyahu: “Per quanto riguarda la proposta del presidente, penso che ogni tentativo di raggiungere l’intesa e il dialogo sia certamente opportuno, e quindi i rappresentanti della coalizione sono andati più e più volte a parlare con il presidente, mentre i rappresentanti dell’opposizione non erano disponibili nemmeno per una trattativa. Sfortunatamente, le proposte dal presidente non sono accettabili per i rappresentanti della coalizione. Sezioni chiave del progetto perpetuano solo la situazione esistente e non portano il necessario equilibrio dei poteri.” Anche da parte dell’opposizione, però, il progetto di Herzog non ha raccolto consensi chiari.


     


    Le prospettive


    Oggi sarà un’altra giornata di agitazioni di piazza, mentre i progetti di legge della maggioranza proseguono il loro iter parlamentare, fra commissioni e votazioni. Ma nel mondo politico israeliano si possono leggere dei segni di trattativa. Il centro studi Qohelet, che ha aiutato a elaborare i progetti del governo, si è dichiarato favorevole a un compromesso, come pure importanti deputati del Likud. Il problema è anche trovare un modo in cui da una parte e dall’altra si possa arrivare a una trattativa senza perdere la faccia, che in politica vuol dire molto. Il progetto di Herzog doveva certamente servire a questo, ma probabilmente è stato presentato in un tempo e con modalità non troppo felici. O forse il presidente ha sacrificato consapevolmente la sua posizione naturale di mediatore, al fine di rompere la contrapposizione frontale. Nei prossimi giorni si vedrà se al di là dei rifiuti espliciti, la sua mossa sarà servita almeno a questo scopo. L’intenzione dichiarata della maggioranza è di chiudere la riforma prima della vacanze pasquali della Knesset, che per tradizione si prolungano parecchio, oltre la festa di Shavuot, quella della minoranza è di annullare la riforma. Ma molti fattori possono intervenire a cambiare questi piani.

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