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    "Impazzire" per uso di droga, non giustifica l’omicidio di Sarah Halimi – Le parole di Macron

    Il presidente francese Macron ha dichiarato che il paese è determinato a proteggere la comunità ebraica, dopo che la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza, secondo cui Kobili Traore non potrà essere processato, poiché, quando ha commesso l’omicidio di Sarah Halimi, non era nel pieno delle sue facoltà mentali e, quindi, penalmente non responsabile delle sue azioni, avendo fatto uso di marijuana. Lo riporta in un ampio articolo il Times of Israel.

     

    Macron ha sottolineato che assumere droghe e “impazzire”, non deve togliere la responsabilità penale e ha dichiarato “Non spetta a me commentare una decisione del tribunale, ma vorrei esprimere alla famiglia, ai parenti della vittima e a tutti i nostri cittadini ebrei in attesa di un processo, il mio caloroso sostegno e la determinazione della Repubblica a proteggerli”.

     

    Nel 2017 Sarah Halimi, un’anziana signora ebrea ortodossa, è morta dopo che Kobili Traore, suo vicino di casa, prima di buttarla giù brutalmente dalla finestra al grido “Allahu Akbar”, l’ha riempita di insulti antisemiti.

     

    Traore, reo confesso, si trova in una struttura psichiatrica, dopo che l’Alta Corte ha dichiarato che l’uomo, nel momento dell’atto omicida, era in uno stato di delirio, quindi non era nel pieno delle sue facoltà mentali.

     

    La decisione del tribunale, inoltre, ha provocato la rabbia dei gruppi antirazzisti, convinti che questa sentenza metta a rischio tutti gli ebrei.

     

    Negli ultimi anni – ricorda il Times of Israel – gli ebrei francesi sono stati ripetutamente presi di mira dai jihadisti, in particolare nel 2012, quando un islamista armato ha ucciso tre bambini e un insegnante in una scuola ebraica nella città meridionale di Tolosa e nel 2015, quando sono state uccise quattro persone in un supermercato a Parigi.

     

    A seguito dell’ultima sentenza, gli avvocati, che rappresentano la famiglia di Halimi, hanno fatto presente che intendono deferire il caso alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

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