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    L’incontro di ieri. Fico e Conte a colloquio con i sopravvissuti

    Il premier Giuseppe Conte e il presidente della Camera Roberto Fico hanno incontrato alla Camera i sopravvissuti Sami Modiano, le sorelle Tatiana e Andra Bucci, sopravvissuti ad Auschwitz, e Emanuele Di Porto, scampato al rastrellamento del ghetto di Roma il 16 ottobre del ’43. Al colloquio hanno partecipato anche i vertici della Comunita’ ebraica romana e dell’Ucei. L’incontro e’ avvenuto poco prima dell’evento organizzato dalla vice presidente della Camera, Mara Carfagna, con la proiezione in sala della Regina del documentario ‘La razzia’ sul rastrellamento del ghetto 75 anni dopo e a 80 anni dalle leggi razziali. Contestualmente all’incontro, il Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “All’alba del 16 ottobre 1943, un centinaio di soldati tedeschi catturarono nel ghetto di Roma 1022 ebrei, tra cui circa 200 bambini. Alcune strade nel cuore della città furono teatro di uno dei più dolorosi episodi di rastrellamento di ebrei nella storia della Shoah italiana. Rinchiusi nel Collegio Militare di Palazzo Salviati in via della Lungara, i prigionieri furono poi trasferiti alla stazione ferroviaria Tiburtina e caricati su un convoglio composto da carri bestiame diretto al campo di concentramento di Auschwitz. Soltanto 17 deportati riuscirono a sopravvivere, tra questi una sola donna e nessun bambino. Ricordare dopo 75 anni questa terribile pagina della Shoah continua a suscitare un profondo senso di sgomento e di ignominia e ci esorta, al tempo stesso a mettere a nudo le connivenze morali e le responsabilità storiche che hanno consentito l’approvazione delle leggi razziali e la loro applicazione e a mettere a fuoco il delirio ideologico che ha fatto sì che uomini, donne, anziani e bambini fossero quel giorno braccati e stanati come bestie, strappati dalle loro case e dai loro affetti, stipati in carri bestiame e condotti a morire. Chi ha conosciuto l’inferno dell’Olocausto è rimasto per sempre segnato nell’anima e, tuttavia, ha voluto farsi carico di quel pesante fardello di memoria, per divulgarlo, condividerlo e, soprattutto, per far comprendere, ai giovani in particolare, che il silenzio o l’indifferenza della società di fronte a un’ideologia negatrice dei diritti dell’uomo può provocare gravi e insanabili ferite all’umanità. Il dovere della memoria deve dunque costituire un punto qualificante dell’impegno delle Istituzioni, ma anche di tutti i cittadini che devono sentirsi sempre in prima linea nella difesa del patrimonio dei valori democratici e dei principi di libertà sanciti dalla nostra Costituzione. Tutta l’umanità non deve abbassare mai la guardia di fronte agli spettri della discriminazione e del razzismo e deve coltivare sempre, e a ogni costo, le ragioni della solidarietà, della giustizia e della democrazia”.

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