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    L’isola Tiberina si illumina tutta per ricordare la notte dei cristalli

    Le sinagoghe si illumineranno questa sera per commemorare la terribile Notte dei Cristalli quando i nazisti presero di mira templi e negozi ebraici e perpetrarono il pogrom che iniziò le persecuzioni che portarono alla Shoah. L’iniziativa è partita da Vienna con il progetto OT per far vedere com’era la città prima di quel terribile 1938, ma poi è stata imitata da tutte le città d’Europa. Così questa sera dal Tempio Maggiore al Tempio di via Balbo, da quello di via Padova a quelli di tutt’Italia, le luci che resteranno accese tutta la notte. La nostra attenzione si rivolge, però all’isola Tiberina dove verrà acceso il Tempio dei Giovani, ma anche la Basilica di San Bartolomeo all’Isola.

     

    Il Tempio dei Giovani è particolarmente legato al periodo dell’occupazione nazista. “Fu l’unico a restare aperto in quei terribili nove mesi – spiega Sandro Di Castro, responsabile e fondatore del luogo di culto – perché si trovava nell’edificio dove c’era ospedale e casa di riposo. Anche qui venne usato lo stesso stratagemma utilizzato dal professor Giovanni Borromeo al Fate Bene Fratelli ovvero quello dell’esistenza del morbo di K. I tedeschi, impauriti da questa ipotetica e terribile malattia, preferirono andarsene. Ma, come tutti ormai sappiamo, il morbo di K era un’invenzione del professor Borromeo e dell’infermiera dell’ospedale israelitico Dora Focaroli che hanno ricevuto la medaglia dei giusti e hanno il loro albero piantato a Yad Vashem”. Il morbo di K, lo ricordiamo, significava il morbo di Kesserling, il feldmaresciallo comandante delle truppe naziste a Roma.

     

    Ma le vicende non finiscono qui. “Il Tempio – prosegue Sandro Di Castro – rimase aperto fino al 1970, fino all’acquisto dell’ospedale israelitico alla Magliana, poi venne chiuso. Fu inaugurato di nuovo la sera di Hannukah del 1985 con tanto di cerimonia per salvarlo dal sequestro. Il fotografo americano Milton Gendel, infatti, voleva espropriare l’ospedale israelitico per fare il museo del Tevere in un edificio storico per la comunità ebraica. Era un progetto campato in aria che non venne mai alla luce, (Gendel provò successivamente anche con l’Arsenale Clementino, ndr) ma all’epoca ci dovemmo cautelare. Fu Rav Toaff ad avere l’intuizione giusta, secondo le intese con lo Stato dove esisteva un luogo di culto non era possibile effettuare uno sfratto. Avevo 25 anni e insieme a Settimio Semi Pavoncello decidemmo di prendere in mano la questione, riaprirlo e farlo diventare il Tempio dei Giovani che funziona da allora ininterrottamente. Certo ormai facciamo parte dei diversi giovani, come ci definiamo, ma i ragazzi continuano a venire a studiare da noi”.

     

    Torniamo ai giorni dell’occupazione nazista e arriviamo finalmente al giugno del ’44 quando entrano gli americani a Roma. “Il Tempio maggiore fu riaperto nei primi giorni di giugno, arrivarono i soldati della Brigata ebraica, avevano saputo che c’era questo piccolo Tempio in funzione, fecero Tefillà lì e poi cominciarono la così detta bonifica per vedere se fossero state messe delle mine o delle bombe al Tempio maggiore, una volta bonificato si organizzò la grande cerimonia per la riapertura dove furono spezzati i sigilli di ceralacca posti dai nazisti che si possono vedere ancora oggi”.

     

    Arriviamo quindi a questa sera e alla stessa sera di un anno fa. “L’anno scorso mentre stavo andando ad accendere le luci del Tempio ho incontrato Don Angelo Romano, il parroco di San Bartolomeo all’isola, sorpreso di vedermi in un giorno che non fosse Shabbat. Gli ho raccontato cosa stavo andando a fare e lui mi ha detto di fermarmi e aspettarlo di fuori. È entrato in chiesa ha acceso tutte le luci della Basilica in segno di solidarietà. Quest’anno mi ha contattato per dirmi se potevamo ripetere la commemorazione. Mi sembra sia un bel gesto che vada fatto conoscere ai più per ringraziarlo per la sua sensibilità”.

     

    Raggiunto al telefono perché in viaggio, Don Angelo Romano conferma che stasera la Basilica di San Bartolomeo all’Isola sarà illuminata. “L’anno scorso è stato un gesto improvvisato, quest’anno invece ho dato disposizione di accendere le luci proprio perché mantenere la memoria è importante. È un gesto profondo e molto sentito, soprattutto adesso che vediamo segnali che non ci piacciono, rigurgiti e nostalgie preoccupanti”.

     

    E così chi passerà stasera per l’Isola Tiberina vedrà illuminato non soltanto il piccolo e prezioso Tempio dei Giovani, ma anche l’imponente Basilica di San Bartolomeo, luci, tra cui quella grandiosa del Tempio Maggiore, per rischiarare le tenebre che i nazisti volevano imporre sul Tevere e sul mondo e che purtroppo riemergono talvolta dal passato nel tentativo di oscurare il cielo dell’umanità.

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