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    Rai1. Sabato sera ‘Ulisse’, il programma di Alberto Angelo, sulla Shoah

    Il lungo
    viaggio senza ritorno delle donne, dei bambini e degli uomini ebrei che il 16
    ottobre 1943 furono catturati a Roma dalle SS e portati in treno ad Auschwitz e
    in altri campi di sterminio è al centro del terzo appuntamento di “Ulisse
    – Il Piacere della scoperta”, in onda sabato 13 ottobre alle 21.25 su
    Rai1. Con Alberto Angela si ascolteranno le testimonianze di alcuni abitanti
    del Ghetto di Roma, allora bambini, scampati alla razzia del sabato nero per
    una pura fatalità o grazie alla solidarietà di cittadini non ebrei. Ma nei
    giorni seguenti altri ebrei, zingari, omosessuali e oppositori del regime in
    altre parti d’Italia subirono la stessa sorte. Pochi scamparono alla cattura e
    pochissimi sopravvissero agli stenti e gli orrori dei campi di sterminio. Tra
    loro la senatrice a vita Liliana Segre e Sami Modiano, catturato in Grecia.
    Entrambi racconteranno ad “Ulisse” i loro ricordi del viaggio verso i
    campi di sterminio: Liliana Segre su un treno merci partito dal tristemente
    famoso binario 21 della stazione di Milano e Sami Modiano su un battello
    salpato da Rodi e usato fino a quel momento per il trasporto del bestiame. La
    loro storia converge e abbraccia quella dei sei milioni di ebrei europei
    sterminati per volere del Terzo Reich. E se c’è un posto dove lo sterminio si è
    concretizzato nella sua brutalità più infernale e disumana, quello è proprio il
    campo di Auschwitz- Birkenau.

    Alberto
    Angela dalla Polonia mostrerà come e dove vivevano i pochi sopravvissuti ai
    treni della morte e la tragica fine che invece spettava a chi all’arrivo nel
    campo era destinato alle camere a gas. L’incomprensibile macchina di sterminio
    nazista, tanto illogica quanto fredda, calcolatrice ed efficiente, richiama
    alla mente un verso di una poesia della poetessa polacca Wislawa Szymborska,
    Nobel per letteratura: “Lo dicono cieco, ma l’odio ha la vista acuta di un
    cecchino”. E l’odio, la soluzione finale con la quale venne deciso di
    sterminare gli ebrei, i simboli del potere e il cuore della tragedia
    dell’Olocausto sono rinchiusi nella città che più ha dovuto fare i conti con un
    passato difficile: Berlino. La capitale tedesca è anche il luogo dove oggi si
    possono trovare diversi monumenti che commemorano la Shoah, come il Museo
    ebraico e il Memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa. Qui, nel centro
    informativo che “Ulisse” ha visitato, campeggia una frase di Primo
    Levi sull’Olocausto che suona come un monito per tutta l’umanità: “E’
    accaduto, quindi può riaccadere di nuovo”.  

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