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    Rav Moshé Lazar cittadino onorario di Santa Maria del Cedro

    “Qui mi sento a casa”. Con queste parole rav Moshé Lazar ha iniziato il suo discorso di ringraziamento per la cittadinanza onoraria riconosciutagli dal comune di Santa Maria del Cedro. Gli hanno fatto eco le amministrazioni locali e l’Accademia del Cedro, rappresentata dal suo presidente Angelo Adduci e dal professor Franco Galiano, i quali si sono detti orgogliosi di questa ormai storica collaborazione. Ogni anno, infatti, nel mese di agosto, dalla metà degli anni ’60, decine di rabbini vengono nel piccolo comune cosentino per supervisionare e partecipare alla coltivazione dei cedri necessari per il lulav durante la festa di succot. Il cedro, infatti, deve avere determinate caratteristiche: deve essere perfetto, senza graffi o buchi, oltreché provenire da una pianta non innestata da altre coltivazioni, in modo da essere il frutto più dolce e profumato del lulav.

    Questa tradizione va avanti da oltre cinquant’anni, ma le radici sono assai remote: secondo diverse fonti, il rifornimento di cedri avveniva dalla Calabria già alcuni secoli fa. Nell’area del basso tirreno cosentino, infatti, si è creato un microclima dato dalle correnti fredde delle montagne e dal calore del mare che ha favorito questa coltivazione. Il cedro è così diventato l’orgoglio di queste terre: ha molteplici significati simbolici che si sono diffusi nella tradizione contadina, come la leggenda secondo cui il fanciullo che sogni questo frutto sia amato da Dio e sia destinato ad avere fortuna nella vita. A questa simbologia si aggiungono poi i diversi usi in ambito gastronomico: sfogliate, torte, crostate, cannoli, gelati, granite, oli, marmellate, liquori, gelati sono solo alcuni dei prodotti a base di cedro che vengono realizzati e degustati su questa riviera.

    L’uso dei cedri per succot ha stimolato nella gente del posto un particolare interesse per il mondo ebraico, che negli ultimi anni si è concretizzato con numerose iniziative, partecipazioni alla Giornata Europea della Cultura Ebraica, attività nelle scuole, visite istituzionali e una generale riscoperta dell’antica presenza degli ebrei in Calabria.

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