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    Roberto Saviano: raccontare a scuola il razzismo di ieri e di oggi

    “Il razzismo e’ ricerca disperata di  identita’ e si manifesta quando la politica
    fallisce. Chi oggi accompagna i propri figli a scuola deve raccontare come si
    arrivo’, il 5 settembre 1938, a escludere dalla scuola italiana i bambini
    ebrei”. E’ quanto scrive su twitter il giornalista e scrittore Roberto
    Saviano, pubblicando la riproduzione della prima pagina de “La
    Stampa” dell’epoca che dava notizia dell’esclusione dalle scuole “di
    tutti gli insegnanti ed alunni nati da genitori di razza ebraica”. “Prima
    di autografare e condividere sino in fondo quel documento – ricorda in un post
    su Facebook -, il re piemontese aveva con regale indifferenza lasciato che si
    realizzasse una campagna mediatica ferocissima, i cui punti centrali
    risuonavano ovunque nel chiacchiericcio quotidiano: ‘gli ebrei hanno in mano le
    banche’, ‘gli ebrei sono truffaldinamente italiani, ma in realta’ non si sono
    mai integrati’, ‘gli ebrei hanno invaso le nazioni europee snaturandone
    l’identita’ attraverso l’usura’, ‘gli ebrei sono ricchi e antitaliani’, ‘gli
    ebrei hanno in mano i giornali della sinistra’, ‘gli ebrei boicottano la
    rivoluzione nazionale fascista contro i ricchi che ci assediano’. Al termine di
    questa campagna mediatica enorme, la firma del re fu percepita da gran parte
    del Paese come argine necessario alla peste giudaica e, nel silenzio quasi
    totale, quella firma incluse anche i ‘Provvedimenti per la difesa della razza
    nella scuola fascista’. Furono esclusi, con provvedimento firmato dal re, da
    Mussolini, da Bottai e da Di Revel, tutti i bambini e gli insegnanti, i
    professori e i lavoratori ebrei da ogni scuola italiana”.

    “All’epoca – continua Saviano – si innesco’ un
    meccanismo che non e’ affatto superato: quando la politica non riesce a
    realizzare diritti e a trasformare l’economia riformandola, la societa’
    stagnante e sofferente ha bisogno di identificare un nemico, una minaccia, un
    problema; ha necessita’ di interrompere la ricerca di se’ per trovare un bersaglio.
    Il nemico ti restituisce identita’, quella identita’ che la politica per prima
    ha smarrito e che non riesce piu’ a indicare attraverso un percorso positivo.
    Il razzismo non e’ qualcosa che puoi allontanare, non e’ un vecchio orpello del
    passato che nessuno vuol piu’ sentire e che nessuno pronuncia temendo d’essere
    accusato di non capire il presente. Il razzismo e’ ricerca disperata di
    identita’ e si manifesta quando la politica fallisce. Il fascismo sta crescendo
    adesso, nel disastro della nostra Italia, della nostra Europa. Chi oggi
    accompagna i propri figli a scuola deve sentire forte il dovere di raccontare
    quello che e’ accaduto il 5 settembre 1938. Ma soprattutto deve raccontare
    perche’ e con che metodo si arrivo’ a escludere dalla scuola italiana i bambini
    ebrei”. 

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